Roma

Europee Salatto e Angelilli: due che ci mettono la faccia

Il vialetto placido che si arrampica fino all’Auditorium del Massimo, ai bordi dell’Eur, è intasato di lamiere. Perché in cima, accanto al cancello, il parcheggio non si trova già da un pezzo. I motorini si sono aggiudicati gli ultimi angoli residui e molta gente, bandiera alla mano, è costretta ad affidarsi alle proprie gambe. All’interno, i novecento posti a sedere sono tutti occupati; agli altri tocca stare in piedi dall’inizio alla fine. Ma ne vale la pena: l’importante, in fondo, è esserci. Si celebra, stavolta ufficialmente, l’inaugurazione della campagna elettorale di Potito Salatto e Roberta Angelilli. La corsa per Strasburgo comincia da qui, da una serata trascorsa in un anfiteatro moderno con le poltroncine morbide, tra una scenografia che conquista e l’inno di Mameli sparato a tutto volume.
Poi tocca a loro, i protagonisti, con Gianni Alemanno a dare la sua benedizione. Dal fondo viene srotolato un enorme lenzuolo: «Roma capitale d’Europa», c’è scritto a lettere cubitali. «Come al solito non siamo ambiziosi per niente», commenta il sindaco con un sorriso grande così. Ma dietro le ambizioni ci sono i programmi dei due candidati, zeppi di progetti che si riflettono anche sulla città e sul Lazio, «per noi una piccola patria», come sottolinea Vincenzo Piso, coordinatore regionale del Pdl.
Salatto presenta tre idee del suo programma, tutte sulla falsariga dello slogan «In Europa per l’Italia». Primo: imporre alle aziende che usufruiscono di fondi comunitari di assumere almeno il 50 per cento dei giovani che si iscrivono ai loro corsi di formazione. Così si stimola l’occupazione e si costringono enti e imprese a preparare come si deve i loro futuri dipendenti. Secondo: creare a Bruxelles la cosiddetta «Antenna Roma», un ufficio permanente, un filo diretto con la capitale. Infine costituire un forum tra i principali centri del Vecchio Continente che si affacciano sul Mediterraneo, per elaborare strategie condivise sul tema-chiave dell’immigrazione. Tutto questo con un convincimento di fondo, che la dice lunga su un modo di intendere la politica: «Ho rifiutato Facebook - confessa Salatto - perché le persone preferisco guardarle negli occhi».
Roberta Angelilli, veterana dell’emiciclo di Strasburgo, si concentra invece sui passi in avanti compiuti da Roma nell’ultimo anno: «Prima - ricorda la Angelilli, che è eurodeputata uscente - accanto alle luci della Festa del Cinema c’erano squallide baraccopoli, tra le più squallide del mondo. Oggi la Città Eterna è finalmente uscita dall’emergenza». E poi: «Faremo in modo di continuare a difendere i nostri ideali anche a Bruxelles». Chiude Alemanno: «Noi abbiamo due obiettivi - elenca il sindaco - il primo è che non vogliamo che questa città sia in preda ai poteri forti, il secondo, più pervasivo, è che i cretini al comando se ne vadano a casa».

In questo percorso, dall’Europa si deve passare per forza.

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