Lo aveva detto: solo una medaglia poteva dare un senso. Più del dolore al ginocchio, più del trono continentale da difendere, per Carolina Kostner una medaglia agli Europei valeva quanto una vittoria. Su se stessa. Sui fantasmi che ultimamente sembravano graffiarle il ghiaccio prima del suo passaggio, facendola troppo spesso scivolare invece che pattinare come sa. Ora, a Berna, è arrivato un secondo posto, una medaglia che è diventata d'argento dopo l'esibizione dell'ultima collega e concorrente alla gloria, la svizzera Sara Meier che ha chiuso con 170,60. Inarrivabile. L'azzurra, sesta dopo il corto, nel libero ha ottenuto il miglior punteggio parziale e ha chiuso con 168,54, davanti alla finlandese Kiira Korpi. Una rimonta prodigiosa sulle note de "Il pomeriggio di un fauno" che hanno fatto del suo "apres midi" un giorno perfetto. Non si poteva chiedere di più a "Caro" dopo il sesto posto rimediato l'altro giorno a passo di Flamenco, un programma corto che aveva limato alla perfezione, che ama moltissimo, ma che l'ha tradita nei salti. Al suo sesto europeo e alla sua sesta medaglia consecutiva, la campionessa di Ortisei archivia in bacheca tre ori, due argenti ed un bronzo e una certezza: si può fare. Seconda al Grand Prix, terza nel ranking mondiale, Kostner ha capito: si può e si deve puntare ad altri vertici, basta con Vancouver.
«Lo scorso anno - spiega Carolina - dopo una prestazione opaca come quella nel corto - non mi sarei risollevata e non sarei stata capace di una rimonta così. Non sono contenta per come ho pattinato, ma lo sono per il carattere che mostrato». Carolina ha reagito e a fine marzo a Tokyo la attendono i Mondiali.Europei di pattinaggio La Kostner risorge e trova largento
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