Pavia - E' stato catturato alla stazione di Bologna Giancarlo Gallucci, l'affiliato di un clan camorristico che al termine di un colloquio con i familiari nel carcere di Torre del Gallo, questa mattina, è salito su un'auto, una station wagon, e se n'è andato. Un'evasione da film "scortato" da un altro uomo, suo cognato, e un bambino, suo figlio. A quanto appreso l’evaso sarebbe un affiliato a un clan camorristico di Acerra, nel Napoletano. Il detenuto è evaso approfittando dei colloqui con i familiari. L’uomo, detenuto nel carcere di Torre del Gallo di Pavia, sarebbe sfuggito ai controlli, poco dopo le 11, nel momento del commiato con i familiari a conclusione del colloquio. Subito sono scattate le ricerche con posti di blocco e pattuglie di carabinieri e polizia penitenziaria intorno a Pavia. Ma Gallucci è stato arrestato dalla polizia ferroviaria alla stazione di Bologna.
La dinamica della fuga "Accompagno mio figlio in bagno". E' stato questo lo stratagemma utilizzato da Giancarlo Gallucci per evadere dal carcere di Pavia. L’uomo era a colloquio con la moglie, che aveva con sé il figlio di quattro anni. Secondo la ricostruzione della Polizia Penitenziaria, il detenuto sì è confuso con i familiari degli altri detenuti che stavano lasciando il carcere al termine dei colloqui. Gallucci è uscito dal portone principale con il figlio ed è salito sull’auto del cognato, che lo stava aspettando. I tre hanno quindi raggiunto la stazione di Piacenza dove Gallucci ha preso un treno diretto al sud. Il cognato - ha spiegato dopo il vice direttore del Dap, Emilio Di Somma - è tornato nel carcere per riconsegnare il bambino alla madre che nel frattempo era stata fermata. A questo punto anche il cognato è stato fermato: agli investigatori ha fornito i dettagli della fuga consentendo così alla polizia ferroviaria di Bologna di catturare l’evaso alla stazione di Bologna, prima ancora che scendesse dal treno.
La cattura alla stazione È stata una pattuglia della Polfer in servizio lungo il sottopassaggio della stazione a individuare, riconoscere e arrestare Gallucci. Gli agenti hanno riconosciuto le fattezze dell’uomo e l’hanno avvicinato. Lui ha cercato di mostrarsi sorpreso delle domande degli agenti, sostenendo di non capire perché lo fermassero, ma non ha reagito fisicamente. Poi, una volta in ufficio, ha ammesso di essere il ricercato. Tutto è successo attorno alle 15,30, ha spiegato il direttore del compartimento emiliano-romagnolo della Polfer, Ferdinando Palombi. Saputo dell’evasione era stato disposto un servizio di controllo in corrispondenza dell’arrivo dei treni dal Nord Italia, Milano, Piacenza e Pavia in particolare. I tre agenti avevano a disposizione la foto del ricercato. A un certo punto hanno visto un uomo e hanno capito che poteva essere Gallucci. Lo hanno bloccato, e lui, apparentemente meravigliato non ha opposto resistenza. Poco dopo l’ammissione. Non aveva armi addosso. Ora il pm di turno della procura di Bologna ha disposto che dopo la fotosegnalazione l’uomo sia accompagnato al carcere della Dozza.
Chi è Il detenuto evaso dal carcere di Pavia, Giancarlo Gallucci, considerato esponente di spicco del clan camorristico "Gallucci - Piscopo", operante tra Casalnuovo e Acerra, in provincia di Napoli, era stato arrestato lo scorso mese di maggio. Contro di lui, il 10 maggio, era stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare sulla base di indagini dei carabinieri sul fallito agguato messo in atto il 2 maggio 2007 ai danni di Luigi Coppola, 48 anni, residente a Casalnuovo e sorvegliato speciale di polizia: due giorni dopo, il 12 maggio, fu arrestato.
Gallucci, nella serata del 2 maggio, aveva esploso un colpo di arma da fuoco contro Luigi Coppola mentre stava uscendo dal cortile della propria abitazione. Non riuscì a colpirlo e fuggì immediatamente a bordo della sua auto. Gallucci era stato poi arrestato due giorni dopo, il 12 maggio, a Casalnuovo (Napoli) per tentato omicidio e per violazione della legge sulle armi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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