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Evans diventa mondiale L’Italia resta a zeru tituli

Trionfa l'australiano. Per gli azzurri la resa di Mendrisio è la logica conclusione di una stagione disastrosa. Cunego fallisce la sua occasione, Basso mai in corsa. Ballan evaporato

Evans diventa mondiale 
L’Italia resta a zeru tituli

Mendrisio - Sigillo mondiale su una stagione memorabile: zero tituli, direbbe lui. Non so precisare da quando, ma da molti e molti anni non succedeva: abbiamo perso tutto. In linea e a tappe, mai una vittoria. Ovviamente parlo delle gare vere: non è serio aggrapparci ai trionfi strapaesani nelle sagre della tinca.

Inutile stupirci, allora: siamo questi. Poca cosa. Al Mondiale, come sovrapprezzo, non possiamo neppure dire che ci batte un campione sospetto (di sangue): dell'intero gruppo, Evans è uno dei più immacolati e dei più insospettabili. La sua fedina chimica, dopo anni di oneste fatiche, è intonsa. No, nessuna scusa: ci ha fatti neri e non c'è niente da aggiungere.

Eventualmente aggiungerei solo le pagelle, che è sempre un bel concludere.
CUNEGO: per la prima volta capitano unico, fallisce l'occasione. L'attenuante: la Squadra lo lascia solo troppo presto, nel torrido finale. Il resto è solo opera sua. Qualcuno sosterrà che non ha testa per reggere il ruolo: dissento. A Mendrisio, nel momento decisivo, non ha gambe. E sinceramente non so cosa sia peggio. Voto: 4.

BASSO: dovrebbe essere l'ultima spalla di Cunego, il traino perfetto per catapultarlo sul traguardo. Lo si vede soltanto nel penultimo giro: una tirata in salita e finisce lì. Dissolto. Troppo poco, su un percorso che dovrebbe esaltare le sue doti di fondista. Voto: 4.

POZZATO: corsa parallela con Basso. Dovrebbe essere assistente e alternativa di Cunego nel finale, lo si vede soltanto con una sparata neanche tanto irresistibile. Quindi, finisce dritto su Chi l'ha visto. Voto: 4.

BALLAN: il campione del mondo uscente, molto uscente, s'infila in una fuga da lontano. Giustamente non lavora come un matto. Si risparmia per il finale, credono tutti. Invece, nel finale non risulta. Evaporato. Voto: 4,5.

BRUSEGHIN: tira per mezza giornata davanti al gruppo, da perfetto gregario votato alla causa. Fede azzurra. Una garanzia. Voto: 8.

GARZELLI: il grande protagonista del Giro qui sarebbe chioccia, regista, papà della squadra. Lo confesso: non riesco mai a vederlo. Mi resta persino il sospetto che non sia nemmeno in corsa. Voto: 3,5.

PAOLINI: bravo e tempestivo nel buttarsi dentro al gruppo degli inseguitori, con Ballan, quando la fuga mattutina diventa preoccupante. Purtroppo, anch'egli nel finale finisce alla deriva, ma va detto che tra i suoi compiti non c'è quello di durare in eterno. Voto: 6.

SCARPONI: il comico della Squadra è la sorpresa più allegra. Si cala con dedizione nelle inedite vesti del gregario e lavora generosamente fino all'esaurimento, entrando anch'egli nella fuga di metà giornata. Onestamente, non gli si può chiedere di più. Voto: 8.

VISCONTI: decoroso quando si tratta di mettersi al servizio della causa, collaborando con Scarponi nel tenere cucita la corsa. Niente di clamoroso e di eccezionale, ma almeno la giusta fatica. Voto: 6,5.

Ct BALLERINI: qualcuno potrà imputargli l'errore di puntare su Cunego, campione che soffre il peso del ruolo. Qualcuno potrà persino metterlo in croce perché lascia fuori Tosatto (si sentono anche di queste cose, nel giro). Se si vuole, ci sono sempre mille modi per mettere in croce un commissario tecnico. Ma vediamo di non arrampicarci sugli specchi. Ballerini manda in corsa i migliori italiani del momento (sfido chiunque a indicarne uno rimasto a casa). Non solo. A ciascuno viene richiesto quanto può dare. Cosa aggiungere: non è colpa sua se quello che danno è povera cosa. Questi sono i campioni, questo è il livello, questa è la forza azzurra. Non sarà un caso se nel 2009 non abbiamo vinto una sola corsa vera. C'è da chiedersi seriamente perché mai avremmo dovuto vincere proprio il Mondiale. Ballerini, però, faccia il favore: la prossima volta, eviti di sopravvalutare alla vigilia la sua squadra. Basta un percorso sincero per scoprire la verità. Il dream-team non l'abbiamo più. Né, purtroppo, è chiaro quando mai lo riavremo.

Voto: 6 (più che altro di stima).

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