Evitata una scelta troppo "politica" in una serata tutta Pro Palestina

Alla Mostra del cinema ha tenuto banco per dieci giorni la guerra in Medio oriente con una schiacciante adesione alla causa palestinese

Evitata una scelta troppo "politica" in una serata tutta Pro Palestina
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Il Leone d'oro a Father Mother Sister Brother di Jim Jarmusch coglie tutti di sorpresa. Di certo non è un film di cui si sia discusso durante Venezia 82. Il vincitore sembrava scontato: The Voice of Hind Rajab, opera della tunisina Kaouther Ben Hania sulla strage di Gaza. Alla Mostra del cinema ha tenuto banco per dieci giorni la guerra in Medio oriente con una schiacciante adesione alla causa palestinese. Non ha fatto eccezione la serata di ieri, molti, quasi tutti, hanno fatto outing per Gaza o hanno sfoggiato i colori della Palestina o sono saliti (metaforicamente) sulla famosa flotilla. Questo era il clima. The Voice of Hind Rajab, al netto della conferenza stampa di presentazione troppo militante, è bello, stringato, secco. A tutto questo si devono aggiungere i 24 minuti di applausi in sala. Non c'è dubbio per quale film avrebbe votato il pubblico. Eppure ha vinto la commedia di Jarmusch, bella ma scontata. Sembra quasi un Leone alla carriera. Stesso discorso per la Coppa Volpi. Toni Servillo è molto bravo in La grazia di Paolo Sorrentino. Tuttavia è calato in un ruolo dalle caratteristiche abituali per lui. Siamo contenti che l'Italia abbia ottenuto un premio così importante. Eppure c'erano altre interpretazioni eccezionali, ad esempio il macellaio Grégory Gadebois in Orphan, il film del premio Oscar László Nemes. Stupisce anche l'esclusione dal palmares di A House of Dynamite di Kathryn Bigelow, un thriller micidiale sulla paura della bomba atomica. Qualcuno si aspettava anche un riconoscimento allo spettacolare Frankenstein di Guillermo Del Toro. Complessivamente si ha l'impressione che qualcosa non abbia funzionato nella giuria guidata dal regista Alexander Payne. Possiamo immaginare il motivo. Non si voleva dare il Leone d'oro a un film implicitamente molto politico come The Voice of Hind Rajab che comunque si porta a casa il Leone d'argento del Gran premio della giuria, una lunga standing ovation durante la cerimonia e un discorso di ringraziamento, com'era ovvio, tutto sbilanciato da una parte.

La regia va a Benjamin Safdie, autore di The Smashing Machine, il film che sdogana l'ex lottatore Dwayne The Rock Johnson. L'altro premio italiano è quello della giuria assegnato a Sotto le nuvole, il documentario girato da Gianfranco Rosi.

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