Acque ancora agitate in casa Pd. Dopo la fuga di una fetta di partito proveniente dalla Margherita oggi sono gli ex socialisti dare segni importanti di insofferenza. È Roberto Caputo, ex Sdi e attuale consigliere provinciale del Partito democratico a sollevare la questione, tutta politica, nel bel mezzo di un travaglio congressuale che rischia di concludersi con scissioni e divorzi: «Senza i socialisti a Milano non si vince, invece ci trattate come fantasmi», dice Caputo.
Lex socialista scrive ai tre candidati alla segreteria regionale del Pd Emanuele Fiano, Maurizio Martina e Vittorio Angiolini, e li mette in guardia: «Noi in questa città - la sua constatazione - rischiamo di essere ormai marginali. Come dice un vecchio detto, ormai il centrodestra se le canta e se le suona: governa e fa opposizione». E se il Pd milanese, politicamente parlano, non «tocca palla», è anche perché gli eredi del Pci-Pds-Ds non hanno saputo accogliere degnamente nella loro casa gli elettori socialisti, mentre il centrodestra ha dato alla tradizione riformista italiana e lombarda un grande spazio ai massimi livelli di governo. Questa almeno è lanalisi di Caputo: «Vi è la sempre irrisolta questione socialista». «A Milano lelettorato socialista ha sempre contato molto, tra il 20 e il 30 per cento, e nelle ultime elezioni per la maggior parte ha votato per il centrodestra che lo ha accolto a braccia aperte e lo ha premiato con rilevanti posizioni di governo. Mentre il centrosinistra ha sempre snobbato e non considerato lelettorato socialista. E senza questo elettorato a Milano non si vince».
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