«Expo, ambiente e commercio Milano deve darsi una scossa»

Angelo Giammario, classe ’62, dal 2006 è sottosegretario alla presidenza della Lombardia con delega ai Rapporti con la città di Milano. È stato capogruppo Pdl in commissione Sanità, vicepresidente della commissione Ambiente, siede nel cda dell’università Bocconi dal 2006. È candidato per il Pdl alla Regionali. Cinque anni di intensa attività i suoi.
E se dovesse farne un bilancio?
«Credo che sul buon governo di questa regione non si possa sollevare alcun dubbio. Un esempio? La nostra sanità, eccellenza nazionale - come dimostrano i pazienti che vengono a curarsi da noi da tutto il paese».
Per quanto riguarda la sua delega?
«Albertini - che aveva alle spalle il disastro di Tangentopoli - ha saputo rilanciare Milano a livello internazionale e nazionale. Ecco, non è così con l’attuale sindaco... La città ha bisogno di una vitalità diversa».
Parole pesanti...
«Sono abituato a dire ciò che penso. Non ho mai nascosto la mia contrarietà a Ecopass. I problemi dell’ambiente non si risolvono con provvedimenti che come unico effetto hanno quello di alleggerire le tasche dei cittadini. L’inquinamento non si combatte a livello comunale, ma con una politica, come ha fatto la Lombardia, che incentivi l’acquisto di filtri antiparticolato e che agevoli la rottamazione dei vecchi impianti di riscaldamento».
E come vede Expo?
«È stato un errore madornale passare un anno a discutere della società o dello stipendio di Glisenti. Sono attesi 28 milioni di visitatori e ancora non ho sentito idee forti e contenuti. Penso che una accelerata la vedremo dopo le Comunali. Allora tutti dovranno darsi da fare, anche i commercianti».
In che modo?
«È assurdo che la città sia spenta già alle 20. Se un turista vuole fare shopping trova solo barboni in Galleria. Milano non può permettersi questi orari».
E a proposito di commercio e crisi?
«Aiuteremo le imprese snellendo la burocrazia, con l’accorpamento delle leggi o l’abolizione delle province.

Berlusconi insegna che le amministrazioni devono agevolare le imprese e i cittadini, eliminando gli ostacoli inutili. Contro la crisi, invece servono sostegni concreti. Come abbiamo fatto: la dote formazione, la dote lavoro e la dote famiglia».

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