Expo: Bracco prima scelta per il cda di Soge Ora è scontro sui poteri dell’amministratore

Expo: Bracco prima scelta per il cda di Soge Ora è scontro sui poteri dell’amministratore

C’è un primo punto fermo nel consiglio d’amministrazione dell’Expo. Diana Bracco, presidente di Assolombarda (ma solo fino al prossimo aprile) entra nel board della SoGe, designata dalla Camera di commercio, che ha messo tutti davanti al fatto compiuto. Ma le incognite sono ancora numerose, per lo statuto della società come per il reperimento dei fondi che (causa crisi) mancano all’appello e che il governo si aspetta vengano messi a disposizione dai privati.
Il presidente della Provincia, Filippo Penati, va all’attacco sull’ipotesi che possa arrivare una tassa per l’Expo: «Il governo tiri fuori i quattrini. Non è che a Catania per problemi finanziari interviene Pantalone e qui ci mettono di nuovo le mani in tasca». Penati è scatenato: «Non è assolutamente il momento di gravare su un’area che sarà quella più esposta alla crisi».
Il decreto della presidenza del Consiglio dei ministri non è ancora stato promulgato, e non è escluso qualche ribaltone dell’ultima ora. In questo contesto è Roberto Formigoni, in quanto presidente della Regione, ad avere i poteri necessari ad andare avanti e infatti il Pirellone ha approvato l’accordo quadro di sviluppo territoriale per i progetti legati all’Expo.
Quanto alla Soge, invece, Regione, Provincia, Comune e Tesoro devono formalizzare le proprie decisioni e la questione più spinosa riguarda, come dal principio della vicenda, i poteri dell’amministratore delegato. Il sindaco, Letizia Moratti, vorrebbe che il suo Paolo Glisenti guidasse la società e che tra le sue competenze ci fosse anche la nomina dei direttori. Un progetto che non convince, tanto che è stato chiesto al commissario Moratti un «bilanciamento» tra i poteri del cda e quelli dell’amministratore delegato.


Il consiglio d’amministrazione avrà una durata triennale, ma la Soge resterà in vita fino al 2020 e questo rafforza la necessità di trovare una soluzione politica quanto più possibile condivisa. Secondo le bozze in circolazione, è l’assemblea a nominare il presidente e a designare l’amministratore delegato tra i cinque membri del cda.

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