Expo, i milanesi vogliono parchi e divertimenti

Che cosa ne sarà dell’area dell’Expo? Nessuno sa dirlo. E adesso il tema è ufficialmente rinviato a data da destinarsi.
«Il futuro del sito sarà deciso tra qualche anno» dice l’amministratore delegato di Expo 2015, Lucio Stanca. E Letizia Moratti, sindaco e commissario, concorda: «È sbagliato e prematuro definire adesso la destinazione di un sito che servirà tra sei anni. Verificheremo il da farsi con le altre istituzioni e gli architetti che stanno lavorando al masterplan».
Moratti e Stanca affrontano la questione durante la conferenza stampa che presenta i risultati di «Exponiti», sondaggio svolto tra 16.539 cittadini sia per strada che via internet. E pensando a ciò che vorrebbero che restasse dopo il 2015, gli intervistati chiedono prima di tutto parchi divertimento e uno stadio per concerti dal vivo (24 per cento). Seguono case a prezzo calmierato e infrastrutture (22 per cento) e aree verdi (22 per cento). E ancora cultura (7 per cento) e sport (7 per cento).
Secondo la ricerca, la gran parte dei milanesi (77 per cento) vede in modo positivo l’Expo, anche se il 41 per cento degli intervistati sostiene di saperne poco o nulla e quasi il 24 per cento risponde di essere informato «così così». Alla domanda su che cosa sperano l’Expo porti a Milano, il 23 per cento risponde più lavoro, il 17 per cento più verde, l’11 per cento più trasporti e il 10 per cento più infrastrutture. I milanesi chiedono soprattutto eventi artistico-culturali (31 per cento) e musicali (26 per cento).
Ci sono poi i suggerimenti liberi. E gli intervistati chiedono prima di tutto di non fare sprechi («è il nostro primo impegno» commenta Stanca, annunciando che manterrà i propri uffici nella vecchia sede in galleria). Tra le altre aspettative la bellezza, tantissimo verde, tanta cultura, fruibilità per tutti, tanta voglia di partecipare, tante occasioni di lavoro. E infine: nessuna cattedrale nel deserto. Stanca cerca di rassicurare: «Non vogliamo creare un parco della memoria ma intendiamo realizzare qualcosa che sia utile per Milano». Sintetizza il sindaco: «I milanesi chiedono un’area verde di housing sociale, cultura, ricerca e innovazione».
La Moratti è convinta che ci sia sintonia tra i vertici dell’Expo e il sentire comune: «I cittadini hanno capito che è uno strumento anticrisi, perché si aspettano soprattutto lavoro». Secondo uno studio dell’università Bocconi, sono previsti settantamila nuovi posti. Tra gli altri risultati positivi, l’apertura verso gli immigrati.

Il 12,6 per cento vorrebbe vederli molto coinvolti nell’Expo 2015. Una conferma del significato sociale dell’Esposizione universale. «Tra gli obiettivi - ricorda il sindaco - c’è quello di ridurre gli squilibri tra chi è supernutrito e chi soffre la fame».

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