Expo, dopo l’addio di Stanca una pista porta alla Moratti

Con le dimissioni dell’amministratore delegato, prende piede l’ipotesi che ad occuparsi della manifestazione possa essere l’attuale sindaco. Nel futuro assetto della società avrebbe più poteri il presidente

Expo, dopo l’addio 
di Stanca una pista 
porta alla Moratti

Alla fine si è dimesso. Lu­cio Stanca, contestato ammi­nistratore delegato della so­cietà di gestione dell’Expo, la­scia l’incarico e anche il consi­glio di amministrazione. La causa scatenante sono i dis­sensi con la presidente, Diana Bracco, che ha criticato la ge­stione del manager per quel che riguarda le spese, i pro­grammi di contenimento del budget e i ritardi nell’organiz­zazione del progetto. Stanca ha cercato negli altri soci una solidarietà e un sostegno che non ha trovato e così ha deci­so di andare via. Lo sostituirà Giuseppe Sala, con l’incarico di direttore ge­nerale, anche se il City mana­ger di Palazzo Marino è in atte­sa di rassicurazioni dal mini­stero dell’Economia su poteri e disponibilità dei fondi. La Moratti ringrazia Stanca per il lavoro svolto nella presenta­zione del dossier di registra­zione con la lettera di garan­zia del presidente del Consi­glio Berlusconi al Bie. Ma non fa drammi: «Ora si conclude una fase, se ne apre una nuo­va, una fase più operativa». A questo punto, tra gli scena­ri del futuro, ce n’è uno che im­ma­gina Letizia Moratti intera­mente dedita alla sua creatu­ra, l’Expo conquistata con tan­ta fatica diplomatica in giro per il mondo. Il sindaco, che è commissario straordinario per l’Expo, consoliderebbe il ruolo con un impegno istitu­zionale a livello nazionale più solido, incrementando i pote­ri legati all’organizzazione dell’evento.Ciò comportereb­be, però, una decisione del sindaco di non ricandidarsi per il secondo mandato, così da potersi impegnare total­mente al servizio dell’Expo. È chiaro che in questo momen­to si tratta solo di un’ipotesi, ma se ne discute e non manca­no coloro che hanno come obiettivo la trasformazione di quest’idea in realtà. L’opera­zione è il risultato di una me­diazione condotta dal presi­dente della Regione, Roberto Formigoni, che fin dall’inizio della vicenda Expo, e ancor più dopo la nomina di Stanca, ha mostrato più volte di voler dire la sua. Formigoni sembra pensare a un cambio di passo: «Ora noi soci decideremo co­me procedere. Certamente si è chiusa una pagina importan­te che ha fatto fare passi avan­ti all’Expo,adesso ne apriamo un’altra e in tempi brevi deci­deremo con quali persone». La Lega sottolinea le con­traddizioni che hanno porta­to a questo esito. Secondo Leo­nardo Carioni, presidente del­la provincia di Como e consi­gliere di Expo 2015, l’addio di Stanca all’incarico di ammini­st­ratore delegato è stato detta­to anche dalla nuova norma sul doppio incarico inserita nella manovra. «Secondo me anche quello lo ha portato al­le dimissioni », ha spiegato Ca­rioni. Carioni, anche lui titola­re di un doppio incarico, non ha escluso l’ipotesi di dimet­tersi dall’Expo: «Se la legge me lo impone io me ne vado a casa, per me è un onore, ma soprattutto un onere».C’è an­che chi, come il vicepresiden­te del consiglio regionale e ex presidente della Provincia, Fi­lippo Penati, non si acconten­ta: «Le dimissioni di Stanca so­no un atto dovuto. Ora restitui­sca i soldi percepiti nei 14 me­si del suo incarico». Il futuro della società sem­bra prevedere un rafforza­mento dei poteri di Diana Bracco, presidente e già alla guida di Assolombarda.

L’arti­colo della manovra che ha messo in difficoltà Stanca pre­v­ede un rafforzamento dei po­teri del cda, in base al quale «i contratti di assunzione del personale a qualsiasi titolo, i contratti di lavoro a progetto e gli incarichi di consulenza esterna devono essere delibe­r­ati esclusivamente dal consi­glio d’amministrazione di Expo 2015, senza possibilità di delega, avendo in ogni caso presente la finalità di un con­tenimento dei costi della so­cietà ». A questo punto si tratta di appurare se questi criteri sa­ranno mantenuti o modificati per far spazio a Sala.

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