Cronaca locale

Expo, offerta alla Moratti la proroga a commissario

Letizia Moratti ancora commissario dell’Expo? Raccontano fonti vicine all’ex sindaco che la richiesta le è stata formulata durante il vertice a palazzo Chigi guidato dal sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta. La Moratti, però, sembra avere altri progetti per il futuro, nonostante l’ipotesi sia ancora ritenuta aperta nel Pdl.
I tempi stringono, perché la tabella di marcia del Bie prevede che i bandi vengano pubblicati entro fine luglio e che i lavori sul sito inizino a ottobre. La vicenda del commissario (o del duplex, i due commissari di cui ha parlato il governatore Roberto Formigoni) non è però l’unica al centro dell’attenzione e non è la più urgente. Tra le ipotesi di cui si discute la possibilità che Fiera, Comune di Milano e Comune di Rho entrino attraverso la cessione dei terreni in Arexpo, la società per azioni a partecipazione pubblica maggioritaria costituita dalla Regione per acquisire le aree dei privati.
La questione centrale è l’Accordo di programma, atteso a breve in giunta a Palazzo Marino (il Comune ne è l’ente promotore) e che dovrà confermare le decisioni assunte sulle aree Expo, che sono state stralciate dal Pgt proprio per avere un canale preferenziale. A sinistra non si è ancora sedato il dibattito sul futuro delle aree dopo la fine dell’Esposizione universale del 2015, ma il calendario non concede grandi esitazioni.
In sintonia con la posizione di Stefano Boeri, un’interrogazione al sindaco firmata dal consigliere radicale Marco Cappato chiede di stralciare dall’Accordo di programma le questioni che riguardano il futuro delle aree e sostiene che «i Comuni di Milano e di Rho vengono espropriati di una loro funzione che viene assunta anche da un gruppo di soggetti pubblici e privati, i quali non hanno nessuna competenza per disciplinare l’assetto del territorio dei due comuni».
L’interrogazione rimanda al giornale economico on line La Voce, che ha tra i suoi redattori l’economista Tito Boeri. Come è noto, il fratello Stefano, assessore alla Cultura, è autore del primo masterplan dell’Expo 2015, si batte perché si ritorni alla sua idea di un orto planetario sul sito. La società Expo 2015 e il Bie hanno però già dato il via libera a un progetto alternativo (e economicamente sostenibile) che prevede sì un’area verde ma insieme a un complesso residenziale privato.
Il consiglio d’amministrazione della società Expo 2015 mercoledì scorso ha confermato i tempi della gara per i lavori per eliminare le interferenze nei terreni su cui sorgerà l’Expo, il primo grosso intervento previsto sull’area. Il bando, assicura la società, verrà pubblicato entro la prima settimana d’agosto.
La situazione economica e patrimoniale della società vede un risultato gestionale negativo di 7,1 milioni di euro. Una nota della società fa notare che si tratta di un miglioramento di 5,1 milioni rispetto al budget approvato nel dicembre 2010.
Nella gara per rimuovere le interferenze, responsabile unico del procedimento è stato nominato l’ingegner Carlo Chiesa, recentemente entrato nel team dell’Expo. In precedenza Chiesa, 56 anni, bolognese, era dirigente dell’Area ingegneria e gestione infrastrutture del Comune di Reggio Emilia. La stampa locale associa il suo nome alle opere realizzate da Santiago Calatrava nell’area nord di Reggio.

Il suo curriculum vitae, presentato al Comune di Reggio Emilia, parla di una laurea in Ingegneria civile edile a Bologna ed è particolarmente sincero nella parte dedicata alle capacità linguistiche: «Inglese scolastico (meglio il dialetto bolognese)».

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