Expo, a ottobre il via ai cantieri «Basta polemiche, ora al lavoro»

«Grande fiducia», perché a tirare sarà soprattutto «il marchio Italia che nel mondo va fortissimo». La prima pietra a ottobre. «E così finalmente i cittadini cominceranno a vedere qualcosa di concreto, un’Expo che nasce». Confessa di essere stato piuttosto «preoccupato», il segretario generale del Bie Vicente Gonzales Loscertales quando intorno all’organizzazione dell’evento c’erano «troppe polemiche e soprattutto inutili. Molta confusione, contrapposizioni tra istituzioni e poi le elezioni. Ma ora finalmente la situazione è chiara». Perché «il tempo passava e l’entusiasmo della gente cominciava a venir meno». Del resto «un’Expo senza terreni che credibilità poteva avere sui Paesi intenzionati all’iscrizione?». Ora, invece, quella ispirata sui terreni dal governatore Roberto Formigoni sembra essere «una buona soluzione». Per Loscertales la costituzione di una società a capitale pubblico per acquistare le aree è decisamente «una scelta meno pericolosa per il futuro rispetto al comodato d’uso. Che il Bie aveva accettato, ma che avrebbe potuto comportare dei problemi non potendo garantire un controllo pubblico del dopo Expo». Da qui, invece, nascerà «un grande progetto per la città». Bocciato l’orto planetario, nessuno mette in discussione la quantità di verde.
E ora Loscertales chiede di incontrare il premier Silvio Berlusconi per chiedere garanzie sui finanziamenti e magari la rimozione di quel tetto fissato al 4 per cento per le spese di gestione della società. Due giorni a Milano ospite dell’amministratore delegato di Expo Spa Giuseppe Sala sono serviti per incontrare le istituzioni e mettere a punto il progetto. Soprattutto le «linee guida» su cui i Paesi dovranno ispirare i loro progetti. Un’occasione per assicurare che «adesso sono finiti i discorsi ed è il momento di lavorare». Gare a luglio e apertura dei cantieri a ottobre è il cronoprogramma imposto da Parigi che ora chiede una marcia a tappe forzate.
Ancora in bilico il progetto del grande centro di produzione Rai perché Sala aspetta ancora una risposta («al massimo entro ottobre»). In dubbio anche la messa del papa con un milione di fedeli per la settimana mondiale della famiglia a giugno 2012. «Ma se partiamo - assicura Sala - ce la si può fare». La sfida, come ricorda il Bie, sarà portare a Milano 25 milioni di visitatori in sei mesi. Siviglia, ricorda Loscertales parlando della sua città e di un’Expo di successo, «è passata da 12mila posti letto a 30mila e da un’occupazione del 60 per cento all’80-90 per cento». Il tema dell’alimentazione? «È fantastico, come dimostrano le 35 adesioni dei Paesi già arrivate, un ritmo che in passato non si era mai visto».


Mentre Sala annuncia che è terminato il contratto con le archistar della Consulta degli architetti che era presieduta dall’oggi assessore Stefano Boeri. Grazie a Richard Burdett e Jacques Herzog «che hanno fatto un ottimo lavoro, ma ora il progetto è interamente in mano alla società».

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