Da Expo allo smog La città «ecologica» costa 400 milioni

Referendum questi sconosciuti. Perché in pochissimi sanno che domenica e lunedì insieme alla quattro schede nazionali su nucleare, acqua e legittimo impedimento, l’elettore milanese ne riceverà altre cinque. Per un totale di nove e mille dubbi in più. Ecopass e mezzi pubblici, verde e consumo del suolo, parco Expo, risparmio energetico e gas serra, Darsena e navigli i quesiti aggiuntivi. Che, secondo un calcolo del Sole 24 Ore Lombardia, potrebbero costare 420 milioni di euro in cinque anni alle casse di Palazzo Marino. Già, per la verità, messi nel bilancio dei promotori. Ma che, comunque, andranno pescati nelle tasche dei milanesi. I conti sono presto fatti: 30 milioni di euro per il risparmio energetico, altri 30 per Darsena e navigli, 60 milioni per aumentare il verde e 60 milioni all’anno per ridurre il traffico. Chiara la lista delle uscite, lo è altrettanto quella delle entrate. A partire dall’Ecopass che, dovesse passare il primo quesito (scheda marrone), sarebbe esteso a tutte le auto escluse solo quelle a emissione zero, elettriche e ibride. Allargato fino alla cerchia ferroviaria e portato a 5 euro per i veicoli di trasporto persone e 10 per i commerciali. Da aumentare anche le tariffe per la sosta a pagamento. In cambio i milanesi dovrebbero ricevere più mezzi pubblici, estensione degli orari della metropolitana, raddoppio delle zone pedonali e con limite a 30 km all’ora, corsie protette e preferenziali, piste ciclabili. Obiettivo dichiarato, il dimezzamento di traffico e smog. Assolutamente contraria all’Ecopass la Lega che, invece, con il segretario Igor Iezzi dice di «guardare con attenzione al quesito sul verde pubblico e a quello sulla riapertura del sistema dei Navigli».
A quota 60 milioni in tre anni anche il quesito due (scheda azzurra) per l’aumento del verde da coprire con gli oneri di urbanizzazione dovuti al Comune da chi costruisce e il ritocco di alcune tariffe come quelle dell’acqua o dei rifiuti indifferenziati. Un sacrificio che, secondo i promotori, potrebbe consentire di destinare a parchi e giardini «il 50 per cento delle grandi superfici oggetto di riqualificazione urbanistica». Con più alberi e aree dedicate ai bambini. Nessun costo per il terzo quesito (scheda viola) che chiede di garantire la conservazione del parco progettato per l’Expo del 2015 a Rho-Pero. Costerà, invece, 30 milioni in tre anni il quarto quesito (scheda blu) per metter mano agli edifici energeticamente inefficienti. Almeno il 20-30 per cento in città. Altri 30 milioni serviranno per la quinta scheda (colore rosa) che propone un restyling di Darsena e vie d’acqua, un antico patrimonio dei milanesi.

Per coprire i costi di risparmio energetico, Darsena e naviglio si dovrebbe ricorrere principalmente a dismissioni del patrimonio comunale.
I cinque referendum comunali hanno valore consultivo, cioè di solo indirizzo per la giunta del sindaco Giuliano Pisapia. E che il quorum è fissato per legge al 30 per cento degli aventi diritto.

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