Roma - L’export della mozzarella di bufala campana dop vale 48 milioni di euro, il 16% del totale che conta su un giro d’affari di circa 300 milioni di euro. Questo è il valore economico di un settore in questi giorni sottoposto a forti pressioni a causa delle notizie sul blocco delle importazioni da parte della Corea del Sud e di restrizioni da parte di altri paesi asiatici, dopo il sospetto di contaminazione da diossina. I maggiori risultati economici dell’export per il comparto, in ogni caso, si registrano in Europa.
Il mercato della bufala I Paesi leader sono la Francia e la Germania che insieme costituiscono il 40% del totale dell’export, a seguire ci sono Stati Uniti e Gran Bretagna. Tra i Paesi orientali, uno dei mercati di destinazione di rilievo è quello del Giappone dove, secondo i dati del Consorzio di Tutela, nel 2005 sono stati inviati 329 mila kg di prodotto, per un valore commerciale di 2,3 milioni di euro (franco caseificio), mentre mercati come Taiwan e la Corea del Sud rappresentano "piazze residuali per le quali non ci sono dati sulla effettiva esportazione di mozzarella di bufala campana Dop", ha detto all’Ansa Angelo Coletta, direttore Anasb, Associazione Nazionale Allevatori Specie Bufalina, secondo il quale le notizie che sono circolate in questi giorni "fanno mettere in discussione cose che non possono essere messe in discussione, poich‚ si tratta di prodotto super controllato in partenza, altrimenti non ci sarebbero stati neanche i sequestri cautelativi precedenti".
I volumi esportati Per quanto riguarda i volumi di mozzarella di bufala esportati, si tratta di circa 5.700 tonnellate su un totale di prodotto annuo che ha raggiunto le 35.600 tonnellate nel 2007.
Un invito alla calma è arrivato anche dal presidente del Consorzio, Franco Consalvo, secondo il quale, "per la rapidità degli eventi delle ultime ore e la concitazione con la quale le notizie si susseguono, occorre evitare allarmismi che creino panico sui mercati, per una questione che nella sostanza è marginale". La conferma che si tratta di una questione marginale, secondo l’Anasb deriva anche dal fatto che l’Unione Europea in questo caso non ha diffuso nessun messaggio di allerta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.