Gabriele Brambilla
«Fresco. Come se fosse un bicchiere di acqua e menta. Anche se fa freddo, lo si beve volentieri». È con l'ausilio di una metafora che Tommy Massara, chitarra degli Extrema, descrive il nuovo album della band metal milanese. «Magari anche con dell'acqua frizzante». Il gruppo più longevo della storia del metal italiano sarà di scena stasera al Rolling Stone (ore 21.30, ingresso 10 euro), un'occasione per dimostrare all'affezionato pubblico di casa che gli Extrema con Set the world on fire - questo il titolo del disco uscito lo scorso novembre - fanno ancora sul serio.
Fin dagli esordi, datati 1987, «il metal per noi è sempre stato come una droga - continua Massara, leader carismatico del gruppo -. Non possiamo pensare di farne a meno». E la musica «non è soltanto il mezzo per trasmettere alla gente la nostra energia positiva, è aria fresca, è vita».
Sembrano parole pronunciate da un giovanissimo membro di un gruppo ancora emergente. Per Tommy e gli Extrema non è proprio così. D'altronde sono proprio loro a definirsi «gli anzianotti» del panorama metal italiano e - forse per questo - anche i veri pionieri di un genere che, per lo stesso Massara, «fino alla fine degli anni Ottanta è sempre stato tagliato fuori e soffriva di una disorganizzazione generale», che per tradizione va a braccetto con i cosiddetti «generi minori».
Massara ci accompagna poi attraverso un confronto tra il lavoro che stasera gli Extrema presenteranno a Milano ed il penultimo disco, And the best has yet to come.
«Set the world on fire è molto più completo della nostra precedente fatica, con sfumature più metal. Ma allo stesso tempo è anche più immediato ed incisivo. Tra i soliti brani Extrema questa volta ci sono anche pezzi estremi. Come la decima traccia, Free again, che suona come una vera e propria ballad acustica, e Second coming, che è molto vicina al death metal. Proprio in quest'ultima abbiamo rispolverato il nostro vecchio slogan It's never too fast».
Gian Luca Perotti (voce), Mattia Bigi (basso) e Cris Dalla Pellegrina (batteria) completano la formazione meneghina che in passato ha accompagnato sul palco gente come gli Slayer, ma soprattutto i Metallica.
Presunzione? Forse sì, ma non conta quando si ha ragione.
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