La febbrile ossessione del gotico «nero», del soprannaturale, della magia e dellorrore, fermentata intorno allestetica del sublime di Edmund Burke, fu un fenomeno culturale preromantico che dilagò in Inghilterra in un periodo di dissenso politico e di pregiudizi religiosi culminati nelle sanguinose rivolte anticattoliche del 1780. Dietro la rassicurante facciata dell«age of reason» e della moderazione anglicana, si agitavano ansie e passioni che plasmarono arte e letteratura, liberando nel gotico quelle forze che il rigore dellilluminismo arginava. I curatori della brillante mostra in corso alla Tate Britain, «Gothic nightmares: Fuseli, Blake and the Romantic Imagination» (fino al 1° maggio) ne propongono una nuova e vasta disamina alla luce degli ultimi studi e scoperte, riguardanti soprattutto il suo maggiore interprete, lo svizzero Heinrich Füssli.
Giunto a Londra intorno al 1760, assume il nome di Henry Fuseli e, sollecitato da Reynolds, non tarda a imporsi con le più esasperate e frementi interpretazioni dei grandi poeti, Omero, Dante, Milton, e Shakespeare che dichiara «eccellente in ciò che è terribile». Il suo celebre Incubo, prestato dal Detroit institute of arts, è lopera portante della rassegna (prezioso strumento di studio il catalogo a cura della Tate, con saggi del conservatore, Martyn Myrone, di Marina Warner e Christopher Frayling), che riunisce centocinquanta opere su un percorso suddiviso per temi - magia, storia, erotismo, satira, fiaba - di cui sono protagonisti Fuseli, William Blake, il satirista James Gillray e i gotici minori ma eloquenti Romney, Barry, Wright of Derby, Theodore von Holst.
La pubblicazione qualche anno fa delle «Lettere Inglesi» di Fuseli e del catalogue raisonné della sua opera grafica, curati da David H. Weinglass, assieme ad alcune tele ritrovate di recente - fra cui limponente Satana toccato dalla lancia di Ituriele, titanica illustrazione dal Paradiso perduto di Milton, e il più delicato e poetico Sogno della regina Caterina dallEnrico VIII di Shakespeare -, gettano nuova luce sullidentità divisa dellartista, che gli studiosi hanno sempre visto come una dicotomia fra neoclassico e romantico, fra illuminismo e irrazionale.
Sempre tuttavia avvince il fascino oscuro, primordiale, della donna addormentata visitata da uno spirito maligno nellIncubo. Dipinta nel 1782, densa di allusioni a Leonardo, Veronese, Salvator Rosa, Giulio Romano, lopera non è ascrivibile a nessuna fonte letteraria precisa, a differenza degli altri dipinti della mostra, come le grandi tele del Sogno di una notte di mezza estate che chiudono il percorso, e i numerosi disegni e acquerelli che sono invece una metamorfosi dei testi poetici, plasmati da una sensibilità visionaria soggiogata dalla «terribilità» di Michelangelo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.