La F1 vola, 22 team vogliono correre

La cura per la riduzione dei costi funziona. Ma c’è posto solo per 12 scuderie

La F1 vola, 22 team vogliono correre

Benny Casadei Lucchi

Senza le ali della discordia la Ferrari è tornata a volare. Senza più la prospettiva di costi proibitivi, anche tutta la F1 potrebbe tornare a volare. Perché la Rossa non è messa male a Melbourne, e perché il Circus non è messo male guardando al futuro.
Ma andiamo con ordine: “Cari scettici, dubbiosi o sospettosi, beccatevi questa”. Non è una dichiarazione e neppure un virgolettato firmato dagli uomini in Rosso; è, molto più semplicemente, il pensiero nascosto nelle teste dei ragazzi del Cavallino dopo le questioni sorte - prima in Bahrein e poi scoppiate in Malesia - riguardo le ali troppo flessibili della Ferrari. Gli uomini del team rampante avevano detto che si trattava di difetto e non di qualcosa che li avvantaggiasse. Sostenevano il vero: modificate le ali che flettevano - si muovono ancora, ma a norma di regolamento -, la 248 F1 corre veloce lo stesso. «Si è fatto tanto rumore per nulla» è sbottato Schumi, che più tardi ha parlato anche del motore cambiato in Malesia: «Potevamo evitarlo, visto che in seguito, nei test a Fiorano, ha percorso altri km senza problemi...». Ma va bene così, tanto più che il dt Ross Brawn ha rivelato che per Imola ci sarà «uno sviluppo tecnico che consentirà alla Rossa di fare un notevole passo in avanti».
Questo mentre le libere del venerdì australe raccontano dei soliti collaudatori che nel primo giorno a motori accesi sperimentano e disputano il loro personalissimo Gp; raccontano dei big che seguono, come Button e la Honda quarti, Alonso 5º, di Schumi 6º (Massa è 10º). Però, si sa, causa fuso orario, questi tempi, stamane, saranno già vecchi e superati dalle qualifiche del sabato appena disputate nella notte italiana. Per cui, molto meglio lasciar perdere cronometro e numerini per focalizzarsi sulle dichiarazioni del dopo libere che tracciano il quadro esatto delle forze in campo. Schumi, ad esempio, non è entusiasta, ma poco ci manca. Dice: «A ben vedere le cose sono andate piuttosto bene». Unico neo, l’attenzione da porre sulle gomme: «Saranno la chiave della gara, dobbiamo solo fare attenzione a mandarle bene in temperatura. Per il resto non ci sono altre questioni, anche perché nei test invernali abbiamo girato con temperature ben più fredde di queste». Sì, perché la novità - prevista - di questo Gp d'Australia è il clima. Disputandosi con un mese di ritardo rispetto alla tradizione, l'autunno è già iniziato. Monsieur Jean Todt conferma l’analisi di Schumi sui polimeri e aggiunge: «Stavolta c'è un grande equilibrio tra i principali protagonisti». Il tutto mentre Raikkonen pare soddisfatto e sente la Ferrari sempre più vicina nel suo futuro di pilota, Villeneuve cambia motore e partirà 10 posizioni dietro e Fisichella (11º) studia l’impresa: «La macchina ora va bene, peccato per quel problemino di alimentazione che, per fortuna, abbiamo risolto».
Ma si diceva del futuro roseo della F1: mentre patron Bernie Ecclestone e il presidente Fia, Max Mosley, annunciano che il Gp di Singapore potrebbe entrare in calendario, la Federazione dell’auto comunica che sono stati ben 22 i team a chiedere l’iscrizione al mondiale 2008, quello del dopo Patto della Concordia, quello a cui ha aderito da oltre un anno la Ferrari e di recente anche coloro che minacciavano un campionato alternativo. Insomma, tutti. Ma tutti erano al massimo dieci, undici quest’anno con la Super Aguri, magari dodici visto che David Richards, ex boss Bar-Honda, ha presentato domanda; di certo, nessuno si aspettava addirittura 22...

Insomma, si potrebbe tornare alle griglie anni Settanta, con 15, 18 team? No, questo non è possibile, almeno per il momento e visto che Ecclestone ha più volte detto che al massimo ci sarà spazio per 12 team. Per capirne di più, appuntamento il 10 aprile a Londra, dove la Fia ha invitato tutti gli aspiranti formulisti.

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