F35, democrat spaccati: possibile maggioranza dei contrari all'acquisto

In 160 hanno già sottoscritto la mozione del Sel. La posizione del Pd decisiva per lo stop al programma

F35, democrat spaccati: possibile maggioranza dei contrari all'acquisto

Azzerare il programma di realizzazione dell’aereo da caccia Joint Strike Fighter F-35 e procedere a un’attenta ridefinizione del modello di difesa italiano sulla base del dettato costituzionale sostenendo il ruolo di peacekeeping per le Forze armate. Queste alcune delle richieste di impegno all'esecutivo contenute in una mozione a firma Sel, M5S, Pd e Scelta civica. "I mal di pancia interni al Pd non mancano - ha spiegato il deputato piddì Giorgio Zanin, tra i firmatari della mozione sottoscritta da circa 160 parlamentari - vanno molto aldilà dei quindici firmatari della mozione". Proprio per questo il Partito democratico potrebbe infatti depositare alla Camera una propria mozione.

I deputati Pd cercano la mediazione. Mercoledì in Aula si voterà sulla vicenda degli F35 e al momento ci sono sul tavolo le mozioni di Sel e M5S, contrarie ai caccia made in Usa ma con una partecipazione italiana in una delle fasi della realizzazione. I democratici, su questo, hanno sensibilità diverse, che in parte riproducono la divisione storica tra "pacifisti" e "atlantisti". Il segretario Guglielmo Epifani ha affidato a Giampiero Scanu, capogruppo del partito in commissione Difesa, il compito di provare a tirare una sintesi: "Stiamo lavorando - ha assicurato Scanu - per trovare una soluzione ampiamente condivisa e al momento non esiste alcuna spaccatura dentro il Pd sugli F35. L’obiettivo è di presentare una mozione che venga incontro alle esigenze di una totale trasparenza sul progetto di difesa nazionale, una verifica dell’entità dei costi di tale progetto e la sua compatibilità con l’attuale situazione di finanza pubblica. Sarà infine l’Assemblea di Montecitorio ad assumere una decisione nel quadro delle alleanze consolidate e con lo spirito pacifico che la Costituzione richiede".

Il compito non è semplicissimo. Dario Ginefra, per esempio, è tra quanti chiedono di "rivedere il piano" studiando un "nuovo modello di difesa europeo". Gero Grassi, cattolico, è contrario per motivi di merito e anche di principio: "Io penso che con una spending review devastante, nella situazione in cui siamo, il lusso di andare a comprare questi aerei non ce lo possiamo permettere. Poi sono tra quelli che dicono se vuoi la pace, prepara la pace...".

Molti altri deputati democratici pensano invece che l’Italia non possa sfilarsi da un progetto che ha una valenza sia strategica che economica: ci sono aziende italiane che partecipano alla realizzazione degli aerei e c’è l’alleanza con gli Stati Uniti. Grassi esprime un auspicio che suona come un avvertimento: "Dobbiamo trovare un accordo nel gruppo di stasera. Io penso sia possibile l’accordo, altrimenti rischia di passare quella di Sel...".

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