MilanoGuerriglia informatica con successiva denuncia sul caso Tripoli. E ulteriori tensioni a incendiare i già infiammati rapporti fra Silvio Berlusconi e Antonio Di Pietro. Tutto comincia martedì scorso, al rientro del Cavaliere da Tripoli. Il leader dellItalia dei valori va giù pesante: «Gli accordi con la Libia portano vantaggio solo alle saccocce di Berlusconi e a quelle dei suoi amici». E ancora, nel suo elegante italiano: «Berlusconi, invece di fare lautostrada in Libia, facesse le sue autostrade e le altre infrastrutture in Italia che ce nè veramente bisogno». Il presidente del Consiglio non perde tempo e incarica lavvocato Cristina Rossello di avviare unazione civile contro Di Pietro. Le affermazioni dellex Pm sono considerate «denigratorie» e dunque verranno discusse in tribunale.
Ma i fan di Tonino non hanno nessuna intenzione di aspettare il giudizio del tribunale e decidono di fare sentire la loro voce. Anzi, scelgono le nuove tecnologie per attuare una fastidiosa incursione nel campo avversario. Bombardano di mail il computer del legale del Cavaliere fino a intasarlo. Sono più di mille i messaggi, recapitati in poche ore, di altrettanti militanti che si autodenunciano spiegando di condividere fino alla virgola le parole di Di Pietro. Risultato: la Rossello torna a Palazzo di giustizia, questa volta per denunciare il danno subito. La Procura aprirà di conseguenza un fascicolo contro ignoti e il fascicolo verrà affidato al pool specializzato nella lotta ai reati informatici.
Insomma, la guerra fra Berlusconi e Di Pietro prosegue e le rispettive artiglierie si scambiano colpi a tutti i livelli. Ora, è il partito dipietrista a scoprire la nuova frontiera del comizio elettronico, fino a mandare in tilt il computer del legale. E il capo dellItalia dei valori rincara la dose, toccando le corde del giustizialismo care al suo popolo e a una parte della sinistra: «Sono contento che Berlusconi abbia richiesto allautorità giudiziaria di accertare la verità delle mie affermazioni, vale a dire che Silvio Berlusconi, da quando è entrato in politica, pensa agli affari suoi e agli interessi giudiziari suoi. E da ultimo, con il suo calarsi le braghe davanti al dittatore libico, ha umiliato il Paese e le istituzioni».
Di Pietro usa un linguaggio sempre più arroventato contro il premier, perché sa che questa aggressività lo premia dal punto di vista elettorale. Sono sempre di più gli uomini e le donne che lo votano perché non si riconoscono nella politica ondivaga del Pd. E alcune frange del suo elettorato sono più dipietriste di Di Pietro. Fino a far piovere più di mille e-mail sulla testa dellavvocato Rossello con unazione a metà strada fra il sabotaggio e lo spot. Toccherà ora ai Pm di Milano valutare leventuale danno.
La discussa autostrada litoranea, in ogni caso, servirà anche per chiudere la dolorosa ferita di un passato coloniale che i libici non hanno dimenticato. LItalia in Libia compì atrocità di ogni genere e Gheddafi ha sempre chiesto al nostro Paese importanti infrastrutture a titolo di risarcimento.
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