Cronaca locale

Da Facchetti a Rumi, in 14 al Famedio

Il 2 novembre una cerimonia per iscrivere i loro nomi nel tempio

Anche il presidente dell’Inter Giacinto Facchetti, scomparso lo scorso 4 settembre, giovedì sarà iscritto al Famedio del Cimitero Monumentale, dove sono sepolti Alessandro Manzoni e Carlo Cattaneo. Insieme alla maglia nerazzurra numero 3, sono quattordici in tutto - tra illustri, benemeriti e distinti nella storia della patria - i milanesi che durante la cerimonia tradizionale del 2 novembre saranno iscritti nel Tempio della Fama. Il presidente del consiglio comunale Manfredi Palmeri nei giorni scorsi ha comunicato i nomi scelti all’unanimità dalla Commissione per le onoranze al Famedio, che è presieduta dallo stesso Palmeri e composta dai consiglieri comunali dell’Ufficio di presidenza, dall’assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi, quello ai Servizi civici Stefano Pillitteri e dai rispettivi direttori di settore.
«Palazzo Marino - ha spiegato Palmeri - onorerà i 14 cittadini in una solenne cerimonia nel nostro Pantheon. Si tratta dell’iscrizione dei loro nomi nel luogo che, più di ogni altro, ci lega al nostro passato tenendo viva la memoria di quanti hanno contribuito con le proprie qualità umane, civiche e professionali ad accrescere in noi l’orgoglio dell’appartenenza alla nostra comunità cittadina». Tre i milanesi che si sono conquistati un posto tra gli illustri. Lo scultore Carlo Mo, celebre interprete della nostra arte contemporanea, Carlo Maria Giulini, una carriera da direttore d’orchestra durata cinquant’anni che ha legato il suo nome anche al Teatro alla Scala dal 1953 al 1955, e il compositore e pianista Roberto Negri. Oltre a Facchetti, tra i cittadini benemeriti saranno iscritti invece il giornalista Gaetano Afeltra, lo storico e scrittore Giorgio Rumi, l’architetto e designer Vico Magistretti, la crocerossina Maria Antonietta Setti Carraro, poi Stefano Pastorino comandante dei vigili dal 1963 al 1998, la dottoressa e ambientalista Laura Conti, che con coraggio e umanità condusse per anni una durissima battaglia contro quanti volevano minimizzare l’incidente del Seveso. E ancora: monsignor Pietro Rampi, che fu per 44 anni alla guida dell’istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone, dal 1990 presiedente della biblioteca Ambrosiana e, successivamente, fu chiamato dal Cardinal Martini ad avviare il progetto del museo Diocesano, l’editore Benito Di Lauro, appassionato difensore del dialetto meneghino, e infine lo scultore Carlo Ramous, che tra le innumerevoli opere ha realizzato in città la grande scultura di piazza Conciliazione e il monumento ai patrioti all’Isola. Tra coloro che si sono distinti nella storia patria, sarà iscritto il bersagliere Mario Enrico Sironi, fondatore della fanfara Luciano Manara.

Niente da fare per la giornalista Oriana Fallaci, che la Lega avrebbe voluto ricordata tra i milanesi illustri.

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