"Facciano l’imitazione. Ma quello scherzo danneggia AnnoZero"

Roma Michele Santoro non ci sta a passare per un censore della satira. Michele Santoro non ci sta a venire descritto come uno che se la prende, s’infastidisce, se qualcuno scherza su di lui. Per carità, nulla di più falso, assicura. Così, dopo una giornata di riflessione, il suo pensiero finisce nero su bianco. In una replica che giunge via fax, sotto forma di lettera inviata al direttore del Giornale. Una paginetta di testo, firmata dall’avvocato di fiducia. Lo stesso che, a fine ottobre, contestava a Rds «l’abusivo utilizzo» dell’identità del suo cliente. Una pratica che genererebbe una «inammissibile falsata percezione». Tanto da riservarsi di «agire per il risarcimento dei danni subiti e subendi».
Ma tant’è. Nella missiva inviata ieri, il conduttore di AnnoZero precisa di non aver mai negato all’emittente radiofonica «il diritto di mandare in onda le sue imitazioni». In realtà, si puntualizza, Santoro ha «solo lamentato e contestato che, da parte di Rds veniva utilizzata la sua identità, e replicata la sua attività, così come è svolta anche attraverso i redattori di AnnoZero, in maniera tale da interferire, con una sovrapposizione confusoria, con la preparazione della trasmissione televisiva».
Come dire, Santoro teme che i potenziali ospiti del suo programma, dinanzi a un Joe Violanti che modula la sua voce e si spaccia per lui, possano in realtà confondersi. Perdere, in qualche maniera, la bussola. Ministri, deputati o senatori non importa. Per tutti vale l’identico rischio. Cioè, non capire chi è il vero Santoro, chi è il vero conduttore, chi è il vero padrone di casa del talk-show del giovedì sera.
E non è sufficiente, seguendo questo ragionamento, che lo speaker sveli alla fine la propria identità. Che voglia strappare solo una risata alla «vittima» e al suo pubblico, prima di mettere fine alla burla, mai fuori dagli schemi. E che per venire trasmessa, tra l’altro, necessità della liberatoria del «malcapitato» di turno.
A ogni modo, per Santoro, il «lavoro di preparazione, di cui una parte consiste nel prendere contatto con i personaggi da invitare, è essenziale alla riuscita della puntata, e la preparazione del finto AnnoZero ha interferito e interferisce negativamente sulla preparazione di quello vero». Ma c’è dell’altro. «Gli “scherzi” di Rds non hanno carattere episodico ma sono sistematici e continuativi». Come dire, una volta passi, un’altra pure, ma poi basta, perché i nostri parlamentari prendono fischi per fiaschi.
«Tutto questo - prosegue la missiva - è ben lontano dalla possibilità di essere rappresentato come attività censoria, e ancor di più come negazione del diritto di satira».

Perché l’oggetto delle contestazioni rivolte al network non si riferisce a «quanto mandato in onda», ma «solo a quelle attività preparatorie che precedono di volta in volta la trasmissione radiofonica, danneggiando quella televisiva». A ciascuno il suo, di commento.

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