Faceva fallire aziende in crisi le svendeva ed evadeva il fisco

Rilevava aziende in crisi, le portava al fallimento e, modificando ad arte i libri mastri, le sottostimava. In questo modo un abile quanto spregiudicato amministratore di una società immobiliare romana è riuscito a evadere il fisco per 45 milioni di euro, esportando denaro in Lussemburgo. Ovviamente senza pagare un solo centesimo di tasse allo Stato italiano. Dopo una lunga indagine la Guardia di Finanza del comando provinciale di Roma è giunta nel quartiere Flaminio dove, nella sede l’immobiliare, ha scoperto transazioni economiche prive di certificazione fiscale nonché di valide ragioni economiche. In poche parole capitale sociale ridotto all’osso e nessuna tassa versata. Il sistema escogitato dall’amministratore era semplice: entrare nel cda di aziende in difficoltà, portarle al fallimento e quindi svenderle. «Gli attivi delle società rilevate - dice il capitano Augusto dell’Aquila - venivano sottovalutati in modo da ricavarne, una volta ceduti, il massimo. Il denaro, poi, finiva in banche europee senza aver sborsato le imposte sui redditi. Le indagini si sono concentrate sui documenti salvati nei computer personali del manager, dai quali è emersa una situazione aziendale precaria, caratterizzata da una forte esposizione debitoria della società a fronte della quale gli organi direttivi aziendali avevano predisposto una serie di strategie economiche, come la vendita di cespiti aziendali di rilevante valore, da effettuarsi in evasione dell’imposizione diretta e indiretta».

La Procura di Roma dispone perizie mirate sulla compravendita dei beni, che dimostrano le differenze tra valore vero e dichiarato ed evidenziano la sottrazione di una base imponibile di 45 milioni di euro in materia di imposte sui redditi, 10 milioni di euro d’Iva e 1 milione e 800mila euro d’Irap. L’uomo è stato denunciato a piede libero per esercizio abusivo di attività finanziarie, occultamento e distruzione di scritture contabili.

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