Cronache

La facoltà di Medicina compie 500 anni, ma non li dimostra

La facoltà di Medicina compie 500 anni, ma non li dimostra

E se il futuro non può che essere incerto, di sicuro il passato della medicina genovese è più che illustre. Era il 1512 quando, grazie a un lascito di Ettore Vernazza, vennero create quattro cattedre di insegnamento formale di materie mediche in città. I 500 anni di scuola medica a Genova saranno festeggiati con un programma di iniziative che partiranno a febbraio per concludersi in autunno. Il programma completo è su www.medgenova50.it ed è stato coordinato dal professor Domenico Palombo, in collaborazione con il preside della facoltà, Roberto Fiocca. Si parte a febbraio quando ai giovani verrà presentato il mestiere del medico e le varie attività formative possibili. Marzo sarà dedicato alla ricerca con «Medicina e nuovi orizzonti», aprile alla «Medicina per restare in forma», con esperti che spiegheranno quale sia la dieta migliore per età e stile di vita e che daranno consigli per un’attività fisica costante.
Maggio sarà dedicato alla medicina al femminile, con le donne protagoniste, visto che, come ha ricordato il professor Palombo, «la maggior parte dei nostri iscritti sono donne». A giugno si parlerà di medicina ed arte con un viaggio tra letteratura, cinema e teatro. A settembre parte il concorso fotografico «Il ritratto della salute»: l’università invita a rappresentare in una foto l’immagine ideale di salute e benessere. A ottobre spazio alle medicine di altre culture e finale a sorpresa, nel mese del festival della Scienza, con un evento speciale.
È una lunga storia da raccontare, quella della medicina genovese, che ha visto primati riconosciuti in tutto il mondo. È del 1669 il primo insegnamento di anatomia umana su cadavere tenuto da un medico retribuito, nel 1773 nacque l’università moderna, nel 1846 si celebrò a Genova il primo congresso degli scienziati di medicina, e l’anno successivo, ben prima che nel resto del mondo, a Genova venne praticato il primo intervento chirurgico in anestesia eterea, eseguito da Bartolomeo Gherardi. Come ha ricordato il professor Palombo, Genova già fin dal Medioevo fu all’avanguardia nelle cure sanitarie, basti pensare che nel bene e nel male fu anche - grazie al suo porto - il varco di gravi malattie, come la sifilide portata dai viaggi di Cristoforo Colombo e che portò alla creazione dei cosiddetti «ospedali degli incurabili». Da allora ad oggi tanti sono stati i medici che con le loro scoperte hanno portato lustro a Genova, basti pensare a Sebastiano Bado che scoprì le proprietà antipiretiche del chinino o più di recente Alessandro Vallebona, padre della moderna Tac.

Quale augurio allora per un compleanno così importante? Altri 500 anni di progressi.
Monica Bottino

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