Faissola: «Critiche sbagliate sui tassi Sono più bassi della media europea»

Le banche hanno diminuito il credito alle imprese, perchè sono in calo sia l’attività economica che gli investimenti. Il presidente dell’Abi Corrado Faissola rintuzza gli attacchi nei confronti del sistema bancario da parte delle categorie imprenditoriali, ma anche da parte del governo. «C’è una disinformazione drammatica sui tassi praticati alle imprese - dice, nel corso del suo intervento al congresso delle Fondazioni a Siena - : i tassi che le banche italiane praticano nei confronti delle imprese fino a 5 milioni di fatturato sono inferiori di circa 20 punti base ala media dell’area euro». E lo spread fra raccolta e impieghi non è mai stato così basso, al 2,53% contro il 3,19& dell’anno scorso. Faissola aggiunge di ritenere «inaccettabile» che da parte di esponenti del governo «si dica che l’unico problema della nostra economia sia quello della fornitura di credito alle imprese».
La decelerazione del credito, secondo Faissola, è dunque del tutto fisiologica. Inoltre le banche devono sostenere il mondo imprenditoriale «in maniera ragionevole, con prudenza» per non rischiare di indebolire il settore creditizio. Il 2009 resta un anno difficile per la qualità del credito, e le banche - osserva ancora il presidente dell’Abi - devono stare molto attente a curare la loro patrimonializzazione nella prospettiva di un futuro in cui la provvista di capitali avverrà con maggiore difficoltà e a costi elevati.
Faissola, che promuove i «Tremonti bond», dice anche che le banche italiane «sono certamente in una situazione di liquidità molto buona». Una situazione, quella della liquidità, che la Banca d’Italia tiene sotto monitoraggio costante. Gli stress test chiesti da via Nazionale ai principali dieci gruppi mostrano - rileva il direttore generale di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni - una «elevata capacità di resistenza agli shock.

La posizione di liquidità dei maggiori gruppi è notevolmente migliorata, e i controlli interni sono stati rafforzati». Una strategia di rientro della liquidità creata dall’Eurosistema (Bce più banche centrali nazionali), resta tuttavia «ancora prematura».

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