Gennaio segna un più 30,2% delle immatricolazioni di auto. Visto così, in assenza di incentivi, il dato renderebbe superfluo un nuovo intervento dello Stato per sostenere il settore. Quindi, ripresa in corso. Tutto falso. Il più 30,2% dinizio anno paradossalmente mette in forte allarme i costruttori. Il dato, infatti, va innanzitutto confrontato con il gennaio 2009 quando, nel pieno della crisi, le vendite di vetture erano precipitate del 32,6%. «E se il risultato del mese scorso viene confrontato con gennaio 2008 - avverte Gian Primo Quagliano (Centro Studi Promotor) - il calo del mercato è dell11,7%, e del 17,6% se si guarda al 2007. Il falso exploit, inoltre, «è stato determinato in misura decisiva - spiega Quagliano - dal portafoglio ordini di ben 350mila autovetture esistente al 31 dicembre scorso; gennaio, quindi, per quanto riguarda le immatricolazioni è stato salvato dagli incentivi 2009». Ma anche sugli ordini occorre fare chiarezza: la situazione attuale è da allarme rosso. Lattesa di nuovi incentivi, che potrebbero essere varati nelle prossime settimane, ha bloccato il mercato. I contratti raccolti nel primo mese dellanno sono il 10% in meno rispetto a quelli, già bassi, di gennaio 2009. Allappello, secondo i calcoli dellUnrae, mancano oltre 75mila contratti. Di questo passo e senza un rapido intervento dello Stato, lassociazione degli importatori stima in meno di 1,6 milioni di unità, con una pesante flessione del 25%, il calo delle vendite di auto nel 2010. LUnrae rileva anche che, grazie agli ecoincentivi 2009, si è assistito a una riduzione di 11 punti delle emissioni medio ponderate di CO2, passate da 143,4 grammi/chilometro del gennaio 2009 a 132,4 grammi del mese scorso. «Senza contare - ricorda Eugenio Razelli, presidente dellAnfia (filiera italiana) - che, proprio grazie alla continuità dei bonus, la quota delle vetture ad alimentazione alternativa è più che triplicata». Preoccupato per la sorte degli addetti delle concessionarie «spesso non coperti dagli ammortizzatori sociali», è Filippo Pavan Bernacchi, neo responsabile dellassociazione di categoria Federaicpa.
In questo scenario anche Fiat Group Automobiles, nonostante il più 30,4% delle vendite a gennaio, valuta con prudenza questo dato e sottolinea la forte riduzione degli ordini (meno 50%) che ha caratterizzato le tre marche: Fiat, Lancia e Alfa Romeo. Resta comunque stabile la quota di mercato del gruppo automobilistico torinese (32%), mentre Panda e Punto continuano a posizionarsi al vertice della classifica dei modelli più richiesti.
Il Brasile intanto, che nel 2009 è diventato il primo mercato per il Lingotto, ha iniziato lanno con un pesante meno 27,4% rispetto a dicembre. Il confronto anno su anno ha invece visto le immatricolazioni salire del 6,3%.
Falso boom (+30%) a gennaio I costruttori: «Ordini a picco»
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