RomaAntonello Colonna, lei dà da mangiare ai politici?
«Da 25 anni. Prima venivano nel mio ristorante a Labico. Oggi che sono in centro a Roma (allOpen Colonna, ndr) naturalmente ancora di più».
E come si comportano?
«Sono umili e rispettosi. Chi pensa che si comportino con arroganza sbaglia».
Chiedono sconti?
«Macché. Però sono attenti al portafogli: non a caso scelgono spesso la mia proposta per il city lunch a 15 euro o il brunch domenicale a 28».
Qualche nome?
«Gianfranco Fini, il ministro Giancarlo Galan, Fabrizio Cicchitto. La domenica al mio brunch viene spesso Angelino Alfano con tutta la famiglia».
Come sono cambiati i politici a tavola in questo quarto di secolo?
«Il momento doro è stato a cavallo tra la prima e la seconda Repubblica, quando i politici, come tante persone comuni, si sono fatti una cultura, hanno iniziato ad apprezzare il buon mangiare e il buon bere. Poi questa tendenza si è un po fermata e quel po di competenza che cè ora nel mondo politico si è formata allora».
E chi sono i più appassionati?
«Massimo DAlema, Stefano Rodotà, il compianto Pinuccio Tatarella. E, anche se non si tratta di un politico, Bruno Vespa, che quando viene a mangiare da me vuole essere persona informata dei fatti».
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