Antonello Lupis
da Caraffa (Catanzaro)
Sterminata unintera famiglia. Uccisi con numerosissimi colpi di pistola di grosso calibro, poi trascinati, la metà, in casolari abbandonati e laltra metà in un terreno di campagna e occultati sotto grosse pietre, arbusti e vecchie lastre di eternit. Quattro le persone ammazzate, unintera famiglia, marito, moglie e due figli. Si tratta del 45enne infermiere Camillo Pane, della moglie Annamaria e dei due figli Eugenio e Maria. Tutti erano di Decollatura, centro montano situato nella Presila Catanzarese. La feroce e orribile esecuzione è avvenuta in una zona di campagna, nella contrada «Tre olivare», di Caraffa. Il movente della strage, potrebbe ricollegarsi, secondo gli investigatori, a qualche dissidio familiare, o a un movente passionale. I carabinieri ancora in tarda serata stavano interrogando alcuni parenti delle vittime. Uno in particolare: un cognato di Camillo Pane, un cittadino marocchino sposato con la sorella della vittima.
La macabra e agghiacciante scoperta dei cadaveri, completamente coperti, in particolare, da grossi massi e lastre di eternit in cemento amianto, è stata fatta dai carabinieri del Comando regionale calabrese di Catanzaro. Tuttavia a mettere in allarme, però, i militari catanzaresi è stata una telefonata anonima giunta al 112. A comporre il numero demergenza - secondo quanto è trapelato - sarebbe stato un contadino o un bracciante agricolo della zona che dopo aver udito la lunga sequenza di spari si è deciso a lanciare lallarme, indicando alloperatore in servizio la zona di campagna teatro della sparatoria.
Due dei quattro cadaveri sono stati trovati in altrettanti casolari abbandonati. Allesterno, invece, delle due abbandonate e fatiscenti strutture di campagna sono stati rinvenuti i corpi delle altre due persone uccise.
Dalle indagini compiute dai carabinieri della sezione investigativa del Comando regionale di Catanzaro e dagli esperti del Ris di Messina e coordinate dal sostituto procuratore catanzarese Salvatore Curcio, è emerso che lefferata esecuzione di marito e moglie e dei due loro giovani figli è avvenuta nella tarda mattinata di ieri. Alla strage, considerato il gran volume di fuoco, avrebbero preso parte almeno due killer. Di ciò è apparso convinto il procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Gerardo Dominijanni: «Ritengo, anche se saranno le indagini e gli accertamenti balistici a chiarire lorribile e inquietante vicenda di sangue, che ad agire sia stato più di un killer». E sul movente che idea sè fatto? «Allo stato non è possibile scartare alcuna ipotesi. Non è escluso quindi che dietro il quadruplice omicidio si possa celare una vendetta maturata nei cosiddetti ambienti criminali oppure la strage potrebbe essere legata ad altri contrasti che le vittime, o alcune di esse, avrebbero avuto con qualcuno». In particolare si pensa a una vendetta per motivi passionali, legati a una storia damore contrastata di un componente della famiglia Pane.
Per uccidere le quattro persone i sicari hanno utilizzato pistole a tamburo e non semiautomatiche, di grosso calibro. Il particolare è stato accertato - come riferito pure dal dirigente della Squadra Mobile di Catanzaro, Francesco Rattà - perché sul luogo della strage non sono stati trovati bossoli.
Lintera famiglia sarebbe stata assassinata dopo un appuntamento avuto con gli assassini.
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