Una famiglia radical chic (e con il maggiordomo)

(...) E a Milano è uno abituato ai salotti che contano. Ma è la new entry che appare quanto più di distante dall’elettorato che viene associato per tradizione alla sinistra, operai, pensionati che faticano a tirare fine mese con la pensione al minimo. Chissà come la prenderanno la storia personale dell’architetto Stefano Boeri, che da ragazzino metteva in imbarazzo qualche compagno del ginnasio che invitato a pranzo si trovava le posate d’argento e i maggiordomi che servivano in guanti bianchi. «Una famiglia con il vizio del successo» titolava un numero di Panorama del 2006, anni in cui l’ascesa di Stefano Boeri era solo agli inizi. Dovevano ancora arrivare gli incarichi per il Bosco verticale a Porta Nuova, il masterplan per l’Expo 2015 presentato in pompa magna a Parigi con il sindaco Letizia Moratti che gli ha affidato il compito. Ancora, la riqualificazione del Policlinico di Milano e il nuovo Cerba di Veronesi e Ligresti. Anche la nuova sede che la Rcs sta realizzando appena fuori Milano. Da sposato avrebbe acquisito una parentela con il notaio Piergaetano Marchetti, nume tutelare da anni della Rcs. Ma questo sarà un caso. I fratelli vincenti - Stefano, Tito e Sandro - raccontati da Panorama hanno certamente i geni della madre, Cini Boeri. Ottantasei anni, a lungo iscritta al Partito Comunista, dopo una lunga collaborazione con Marco Zanuso è diventata con Gae Aulenti una delle poche architetto donna di fama internazionale della sua generazione. E accusava il figlio Tito di essere «di destra». Il padre Renato, scomparso nel ’94, è stato a lungo direttore del Besta e in seconde nozze si è accasato con Grazia Neri, la fondatrice dell’omonima agenzia fotografica di successo. Andando ancora più indietro nelle radici del leaderismo c’è la figura del nonno Giovanni Battista, più volte senatore e liberale, era stato tra i fondatori del Partito d’azione e fu costretto a scappare in Svizzera dopo uno scontro con Benito Mussolini.
Il più giovane dei tre fratelli Boeri, ma anche quello che si è conquistato per primo una visibilità, è Tito. Economista della Bocconi, consulente della Banca Mondiale, della Commissione europea, del governo, firma de «La Repubblica». Sandro è giornalista scientifico, dirige il mensile «Focus».
Dei progetti firmati dal Boeri aspirante sindaco si è detto, è anche docente di urbanistica al Politecnico e trova il tempo per dare lezioni ad Harvard e dirigere la rivista internazionale «Abitare». Con l’ex avversario della Moratti nel 2006, Bruno Ferrante, ha già un punto in comune. L’ex prefetto ha lasciato la politica per fare il presidente di due società legate a Impregilo, che ha nel board cognomi illustri come Gavio e Ligresti. Con Ligresti, Boeri condivide già il progetto Porta Nuova e il Cerba. Con un altro pezzo della famiglia Moratti Boeri condivide invece amicizia e progetti.

La cognata del sindaco Milly, che ha frenato per mesi il Pgt in aula fiore all’occhiello di lady Letizia, e il patron dell’Inter Massimo. Insieme hanno fondato il laboratorio «ChiamaMilano» che ha tra le mission «difendere i “nuovi“ cittadini e quelli più deboli».

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