Famiglie e mamme: l’Italia spende meno di tutti

RomaLa cattiva notizia è che l’Italia spende poco, troppo poco per le famiglie. Nel 2007 soltanto l’1,2 del Pil contro una media europea del 2 per cento. La buona notizia è che la spesa destinata al sostegno dei nuclei familiari negli ultimi due anni è in leggero aumento, nel 2009 infatti è salita all’1,4. I dati sono stati diffusi dal ministero dell’Economia nella «Relazione generale sulla situazione economica del Paese». L’Italia viene messa a confronto con gli altri membri della Ue. Siamo lontanissimi dalla Danimarca (3,7) e dalla Svezia (3). Ma se con questi paesi il confronto è impari è davvero inaccettabile la lontananza dalla Francia (2,5) e dalla Germania (2,8). Siamo allo stesso livello di Spagna, Portogallo, Lettonia e Lituania e la Gran Bretagna ci supera di poco con l’1,5. Ma anche se si considera l’intera spesa pubblica destinata al welfare, precisa il Tesoro, la quota che riguarda il sostegno a maternità e famiglia è pari soltanto al 4,7 contro una media Ue dell’8. Una cifra che ci distanzia anni luce dal 10,6 dei tedeschi e dall’8,5 dei francesi.
Attenzione però, avverte il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi.
«La lettura dei dati della spesa per le famiglie varia a seconda di come si inquadra questa voce statistica -osserva il ministro- Se la si considera in senso ampio, come possiamo constatare nel contesto della crisi che abbiamo vissuto, la famiglia viene indirettametnte sostenuta anche dalla spesa per invalidità, per ammortizzatori sociali e pensioni».
Se gli italiani hanno potuto attraversare la crisi meglio di altri è stato proprio grazie al fatto che la famiglia ha funzionato da ammortizzatore sociale «perché i suoi componenti, soprattutto i più adulti, sono stati destinatari di varie provvidenze». Sacconi allude tra l’altro anche agli assegni di invalidità destinati per la gran parte ad anziani non autosufficienti.
Ed è uno studio della Cgil a confermare come spesso, nelle dinamiche sociali del nostro paese, i nonni ricoprano un ruolo chiave nel sostentamento delle famiglie. Soprattutto per l’assistenza ai nipoti che a sua volta genera ritorni economici positivi perché permette ad entrambi i genitori di lavorare. La Cgil calcola che il contributo dei nonni al pil in termini di tempo e servizi sia addirittura dell’1,2 per cento.
Anche il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, sottolinea l’impegno del governo a sostegno delle famiglie. «Scontiamo un ritardo storico nei servizi per l’infanzia -dice la Carfagna- Ma abbiamo deciso di investire ingenti risorse per potenziarli e risalire la china come dimostrano i dati degli ultimi due anni».
Il governo, prosegue, «ha stanziato 40 milioni di euro per finanziare misure di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro come la creazione e la diffusione della figura della baby sitter di condominio e gli albi per badanti e baby sitter».

Di concerto con il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, e il sottosegretario con delega per la famiglia, Carlo Giovanardi, infine è stato messo a punto il Piano Asili che, promette la Carfagna, «nel giro di dieci anni coprirà tutto il fabbisogno di posti per i dipendenti della Pubblica Amministrazione».

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