"Famiglie sospese" e costruttori sotto choc chiedono (ancora) una legge nazionale

Chi ha investito in case bloccate: "Siamo le uniche vittime". Oriana (Aspesi): "Aziende al fallimento, seguite le regole"

"Famiglie sospese" e costruttori sotto choc chiedono (ancora) una legge nazionale
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Le famiglie che hanno appartamenti sotto sequestro o con i cantieri bloccati dalle inchieste sull'urbanistica e le imprese del settore sono sotto choc. Il comitato delle "Famiglie sospese" aveva organizzato proprio ieri mattina davanti a Palazzo Marino un presidio, con una torta (amara) per celebrare un anno passato da quando è saltata l'emendamento "Salva Milano" che poteva essere approvato in scioltezza nel decreto legge Salva Casa. Nelle stesse ore la Procura ha fatto scattare perquisizioni negli uffici comunali e gli avvisi di interrogatorio preventivo a sei indagati per i quali i pm chiedono l'arresto, tra cui l'assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi e il fondatore e ceo di Coima Manfredi Catella. "Un bel regalo, dopo un anno di blocchi e sospensioni - è il commento amaro del portavoce del comitato Filippo Borsellino -. Se qualcuno ha sbagliato ne paghi le conseguenze, ma per ora le uniche vittime siamo noi, circa 4.500 famiglie che hanno acceso mutui, versato anche centinaia di migliaia di euro ai costruttori e molti non vogliono restituire i soldi perchè sostengono di aver seguito le regole del Comune e quindi non hanno responsabilità secondo loro. Non sappiamo quando e se vedremo le nostre case, non è più tollerabile". E dopo l'ennesimo colpo di scena, non sa fare previsioni: "Oggi volevamo chiedere un tavolo istituzionale con tutti i i soggetti coinvolti a livello istituzionale, vediamo se ci sono ancora i presupposti". Una donna, Maristella Doazza, mostra una foto divisa a metà, da un lato festeggia la firma del contratto di acquisto preliminare per un alloggio allo Scalo House di via Valtellina, "è di 5 anni fa e ho già investito 200mila euro", dall'altro c'è un'immagine del cantiere sotto sequestro. "Neanche se facessimo un gesto estremo qualcuno, Comune in primis, avrebbe il coraggio di fare qualcosa - si sfoga -. E la Procura che deve giustamente mettere ordine nelle cose non può farlo bloccando tutti i cantieri e i nostri investimenti di una vita". In piazza c'è anche Federico Filippo Oriana, presidente dell'associazione nazionale delle società immobiliari. "Non ci conosce ancora nulla di preciso quindi massimo rispetto per l'autorità giudiziaria - premette - ma anche massima convinzione che le nostre società abbiano seguito quello che veniva indicato di fare da parte del Comune". Ribadisce che "il settore è bloccato, sono qui per esprimere la solidarietà alle famiglie ma abbiamo lo stesso problema, nato dalla stessa causa: l'incomprensione tra autorità amministrativa e giudiziaria sulle regole urbanistiche, e si risolve solo con una legge nazionale. Lo stesso pool inquirente ha dato indicazioni, serve una legge di sistemazione del settore. E serve all'Italia.

Se non si vuole consumare nuovo suolo bisogna demolire ruderi e sostituirli con edifici ecologici, un meccanismo vitale per il progresso del Paese". Anche tra le settore "ci sono casi molto gravi e aziende al fallimento".

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