Roma - Suonano senza sosta i telefoni del call center che fa capo al Forum delle associazioni che stanno organizzano il Family day. Acli, Azione Cattolica, Comunità di Sant’Egidio e decine di altre sigle lavorano a tempo pieno per l’appuntamento di sabato in piazza San Giovanni. Con la solita coda polemica delle ultime settimane tra favorevoli e contrari e con il deciso proliferare delle contromanifestazioni. A Coraggio laico, indetta dai radicali a piazza Navona per celebrare il referendum che disse «no» all’abrogazione dell’aborto, si aggiungono infatti il Family today dell’Associazione Luca Coscioni e il più pittoresco Family gay, con tanto di matrimoni multisex che si terranno al Gender, il locale romano dove è nato il movimento trasgender.
Da Monza, Silvio Berlusconi fa sapere che «Forza Italia ci sarà». Tra loro Sandro Bondi, Maurizio Lupi, Enrico La Loggia, Angelo Sanza, Mara Carfagna, Isabella Bertolini, Elisabetta Gardini, Angelino Alfano e Ferdinando Adornato, mentre i laici Mario Pepe, Enrico Costa e Dario Rivolta saranno alla contromanifestazione di Piazza Navona. «Per quanto mi riguarda - aggiunge il Cavaliere - vedremo». È «giusto esserci» anche per Gianfranco Fini. Anche se «gli esponenti di An ci saranno ma senza insegne politiche». La famiglia, spiega infatti il leader di An, «non è una prerogativa, una bandiera o una valore di un partito, ma è un’istituzione che deve stare a cuore alla politica». Insomma, «c’è il dovere di partecipare con spirito politico, ma non partitico». Dal palco del Residence di Ripetta dove è riunita An per illustrare una proposta di legge sulla famiglia, Fini dice anche che «sarebbe barbaro e infame pensare che chi sabato va in piazza San Giovanni lo faccia in ossequio alle gerarchie cattoliche». E dunque il Family day «non è contro i Dico» ma «a sostengo di una politica a favore del nucleo fondamentale della società». Anche se all’ingresso del Residence di Ripetta gli organizzatori del convegno distribuiscono gratis t-shirt rosse con su la scritta a caratteri cubitali «Dico basta». Al Family day andrà «con grande passione» anche Pier Ferdinando Casini. «È un evento - spiega il leader dell’Udc - per dire a chiare lettere al governo che in Italia c’è bisogno di una politica sulla famiglia perché ce ne sono milioni in difficoltà che non ce la fanno ad arrivare a fine mese». Insomma, «i problemi dell’Italia non sono i Dico ma una politica per la famiglia». Invece, conclude Casini, anche su questo come sul resto «la maggioranza è divisa».
Leader a parte, nell’opposizione sono in molti ad annunciare la loro presenza in piazza San Giovanni. Da Gianni Alemanno (convinto che il provvedimento sulle coppie di fatto abbia come solo obiettivo quello di «tenere in piedi il governo») alla vicepresidente della Camera Giorgia Meloni (perché «non si possono barattare i propri diritti con raccomandate con ricevuta di ritorno»). Ma oltre ad An - che decide di presentare pure una sua proposta di legge «a tutela della famiglia» - ci saranno anche il segretario di Azione sociale Alessandra Mussolini e il sindaco di Milano Letizia Moratti insieme al marito Gianmarco. Appoggia l’iniziativa anche il vicecoordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto, come il segretario della Dc per le Autonomie Gianfranco Rotondi. E persino la Giovane Italia di Stefania Craxi e Maurizio Sacconi aderisce «in nome della laicissima visione della società che si oppone ai germi ideologici del declino». Con loro anche Francesco Cossiga che si definisce «teocom».
In piazza San Giovanni ci saranno anche esponenti delle comunità islamiche in Italia, come la Sbai, associazione delle donne marocchine. Mentre non manifesterà la comunità ebraica.
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