Un fantasma romantico di nome Giselle

Al teatro dell’Opera è di scena il classico balletto ispirato a una leggenda di origine slava in una nuova (e filologica) veste coreografica

Un fantasma romantico di nome Giselle

Un classico da repertorio, Giselle. È il sogno di ogni ballerina. Un sogno tessuto di fantasia e romanticismo, purezza stilistica e intensità emotiva, che da questa sera farà volare sulle punte l’étoile Svetlana Lunkina (sostituita il 2 e il 4 dalla nostra Laura Comi). La danzatrice di caratura internazionale è l’eterea protagonista del balletto fantastico in due atti su soggetto di Théophile Gautier e Vernoy de Saint-Georges. Dirige l’orchestra del Teatro dell’Opera il maestro David Coleman. Per l’occasione, le melodie di Adolphe-Charles Adam aderiranno alle coreografie dell’inossidabile Carla Fracci, la quale ha pensato di recuperare alcune parti scolorite dal tempo o cancellate dalla pigrizia. «Si tratta del reintegro di tre tagli della partitura originale - spiega il regista Beppe Menegatti - che dall’anno prossimo diventeranno cinque». L’aggiunta di queste variazioni ai movimenti coreografici ideati da Jean Coralli, Jules Pierrot, Maius Petipa, e Anton Dolin - come la Corale Luterana, momento topico del secondo atto che prelude alla magica alba liberatoria -, andranno a ricomporre la tessitura originale del balletto romantico per eccellenza. Spiega in proposito Beppe Menegatti: «Oltre ai tagli solistici, effettuati dai grandi danzatori che col tempo diventano vittime della pigrizia, in questo allestimento emergeranno alcuni particolari teorici di Giselle, come la sua parte morale».
Ispirato a una leggenda di origine slava tramandata in Austria, Giselle (desiderata dal guardiacaccia Hilarion, ma innamorata del nobile Albrecht) incarna l’ideale delle fantomatiche danzatrici ribattezzate Villi, cioè le spose morte in fiore alla vigilia delle nozze che non trovano pace nel sepolcro, né nei loro piedi. Queste creature anelano così tanto alla danza che ogni notte, a mezzanotte, si materializzano e obbligano i giovani incontrati per strada a ballare sfrenatamente. Fino alla loro morte. Sulla tomba di Giselle, con le lacrime agli occhi e il cuore pieno di rimorso, nel secondo atto si trovano a danzare insieme con le furiose Villi sia Hilarion che Albrecht. Ma solo uno dei due riuscirà a vedere l’alba. Nei ruoli di Albrecht danzano Yuri Vyskubenko e Giuseppe Picone, mentre in quello di Hilarion Manuel Paruccini, Damiano Monelli e Fabio Grossi. Nel ruolo di Myrtha, regina delle Villi, danza invece Gaia Straccamore.


Andata in scena per la prima volta all’Opéra di Parigi il 28 giugno del ’41, Giselle ebbe subito un enorme successo, tanto da invadere l’anno seguente i più importanti palcoscenici internazionali (Londra, Venezia, Pietroburgo, Napoli, Milano). Tra le edizioni degne di nota allestite per il Teatro dell’Opera, irripetibile fu l’interpretazione della stessa Fracci insieme con Rudolph Nureyev datata ’79-80.
Repliche fino al 5 marzo. Info. 06.4817517.

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