Il fantino Demuro imperatore in Giappone in sella al Boss

L’Italia si scopre un Paese di fantini, un paio dei quali gironzolano addirittura nei pressi del tetto del mondo. La celebrità assoluta è Lanfranco Dettori detto Frankie, milanese di nascita, sardo di origine ed inglese di adozione. Lui sul tetto del mondo c’è stato veramente: memorabile ed irripetibile il suo «sette su sette» messo a segno il 28 settembre 1996 all’ippodromo di Ascot: Frankie ha vinto sette corse su sette facendo guadagnare milioni di euro ai suoi fans. Adesso, con 40 primavere sulle spalle, continua ad essere una delle prime cravache del pianeta per la giubba blue degli arabi di Godolphin con la quale quest’anno ha superato il limite delle 100 vittorie in corse di gruppo (leggi gran premi). Chi sul tetto del mondo studia per arrivarci e non ne fa mistero è Mirco Demuro che l’11 gennaio compirà 32 anni e domenica a Nakayama ha festeggiato in anticipo il suo compleanno con una strepitosa vittoria in sella a Grand Prix Boss nelle Asahi Hai Futurity Stakes, il Gran Criterium nipponico che è una corsa di Gruppo 1 fra le più importanti del panorama internazionale. Mirco ha messo così la ciliegina sulla torta di un’annata favolosa che gli ha fruttato 18 successi fra corse di gruppo e listed in Europa facendo registrare uno strike rate del 24 per cento migliore di tutti i suoi colleghi. E se Frankie Dettori è indissolubilmente legato alla giubba blue di Godolphin, Mirco Demuro lo è altrettanto per il rosa-verde dell’ingegner Diego Romeo per i cui colori nel 2010 ha vinto la cifra record di 10 corse di Gruppo, Derby di Roma compreso in sella a Worthadd. Il talentuoso fantino è nato a Marino (Roma) da genitori sardi della provincia di Nuoro. «Da sempre ho la passione per i cavalli - ci dice Mirco - trasmessami da mio padre Gianbattista, fantino bravo ma sfortunato. Da quando ho avuto l’età della ragione ho sempre avuto l’idea fissa di fare il fantino. Ho debuttato a 15 anni e mezzo e ho vinto la mia prima corsa alle Capannelle con Rosa Rosa, allenata da Giuseppe Ilardi. Poi ho lavorato per i Camici, Antonio Peraino, Luciano D’Auria, Bruno Grizzetti, Lorenzo Brogi, tutti eccellenti professionisti con i quali ho sempre lavorato bene, sino ad approdare nel 2008 alla corte di Vittorio Caruso con il quale ho raggiunto un’intesa fantastica».
Faccia aperta da bravo ragazzo, solcata ancora un po’ dalla timidezza, ma con stampato sopra un sorrisetto sornione e un po’ beffardo che rivela la grinta e la determinazione di chi vuole arrivare davvero lontano. Ha già vinto più di duemila corse e conquistato per cinque volte lo scudetto tricolore Nel 2008 dichiarò pubblicamente che il suo obiettivo era di vincere la Japan Cup, la terza più ricca corsa del mondo con i suoi 4 milioni di dollari appesi sul traguardo. Centrato a sorpresa l’obiettivo in sella a Screen Hero, Mirco è diventato l’unico fantino straniero a poter vantare il triplo successo nella Japan Cup, e nel Derby e nel Gran Criterium nipponici.

Adesso Mirco alza ancora di più il tiro e dichiara candidamente: «Non vorrei sembrare presuntuoso, ma punto a diventare il fantino numero 1 al mondo. Mi rendo conto che sarà un’impresa durissima, ma quello che è certo e che non lascerò nulla di intentato per raggiungere questo sogno che accarezzo sin da bambino». Lo sport italiano incrocia le dita.

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