Il gruppo «LEspresso» contro Silvio Berlusconi. Il duello giudiziario avverrà in campo neutro, nelle aule del palazzo di giustizia di Chiavari. Un tribunale piccolo per lo scontro tra i big delleditoria e della politica. La svolta ieri, un po a sorpresa. La procura di Milano si «arrende», stavolta non ce la fa a sostenere laccusa al premier per il reato più grave, quello di aggiotaggio. E allora lascia che le «briciole» processuali tocchino ai colleghi di Chiavari.
Occorre fare un salto nel Tigullio occidentale, nella vicina Santa Margherita, per capire come nasce tutta la vicenda. Il premier partecipa al convegno degli Industriali, parla di crisi e di ripartenza delleconomia. Invita a non farsi abbattere dal pessimismo, spesso persino esagerato e ingiustificato Di più, attacchi i profeti di sventura e fa i nomi. Accusa le testate del gruppo «LEspresso» di fare disinformazione, di essere «catasfrofiste». E invita gli industriali a non fare pubblicità su quei giornali. Laccusa non viene digerita dal gruppo che risponde per le vie giudiziarie e accusa Berlusconi di diversi reati. Primo tra tutti laggiotaggio, avendo il premier cercato secondo lEspresso di gettare discredito e di danneggiare economicamente un gruppo editoriale concorrente quotato in Borsa. Poi ci sarebbe la diffamazione e labuso dufficio.
Linchiesta parte subito, naturalmente. Il fascicolo viene aperto dal procuratore aggiunto di Milano Freancesco Greco che però, valutati gli atti, chiede larchiviazione per laccusa di aggiotaggio. Per lipotesi di diffamazione e abuso dufficio lancia la palla sulla scrivania dei colleghi di Chiavari.
Farà tappa a Chiavari il duello LEspresso-Berlusconi
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