Fare il parlamentare è il rimedio per ammazzare la noia

Caro Granzotto, sappiamo quanto guadagnano (molto), sappiamo quanto ci costa mantenerli nel lusso sfrenato di Palazzo Madama e Montecitorio (moltissimo), sappiamo quanto lavorano (pochissimo), ma ancora non mi è chiaro a cosa servono deputati e senatori. Me lo potrebbe dire lei?



La Costituzione questo affida alle Camere: la funzione legislativa, la facoltà di deliberare lo stato di guerra (in ciò smentendo la tanto sbandierata natura pacifista della Carta costituzionale), di ratificare i trattati internazionali, di approvare i bilanci e i rendiconti consuntivi del governo e di disporre inchieste su materie di pubblico interesse. Visto che l'iniziativa delle leggi, quelle importanti, intendo, è principalmente affidata al governo, visto che guerre non ne abbiamo e si presume che non ne avremo da dichiarare, che di trattati internazionali da ratificare se va bene ce n'è uno per legislatura, che la rogna dei bilanci capita una volta l'anno e che le commissioni di inchiesta lasciano il tempo che trovano, in pratica, caro Gambetti, i parlamentari non fanno un tubo. Spesso neanche quello, il tubo, intendo. Ho già ricordato - ed era un semplice esempio - che nella seduta dell'8 agosto scorso a Palazzo Madama erano presenti 4 senatori su 322.
Liberi da impegni e da preoccupazioni, non pochi parlamentari ingannano il tempo (guadagnandosi nel frattempo un gettone di presenza sui 300 euri: non solo li paghiamo profumatamente, ma diamo loro un premio se hanno la compiacenza di fare una capatina in aula) sfornando disegni di legge che, per fortuna, non avranno seguito (nella scorsa legislatura, su 10mila 483 progetti presentati, solo 127 sono diventati legge). A scorrerne l'elenco verrebbe da ridere, se non ci fosse da piangere. Sono stati presentati disegni di legge per l'istituzione della «patente europea per i pizzaioli», per la disciplina della «professione di maestro di ballo», per la «proibizione della pratica del salto con l'elastico» o per attribuire ad ogni nuovo nato una casella di posta elettronica. Proposte di legge per la creazione dell'Ordine del Tricolore, per l'istituzione di un corso di laurea in «servizio sociale» e per una norma «a protezione dei piccoli animali dai rischi connessi al traffico automobilistico». E ancora: per «la tutela dei pizzoccheri di Teglio», per «la valorizzazione del tortello di zucca», per l'istituzione di un «itinerario storico-naturalistico nel territorio del subappennino Dauno», per il passaggio della biblioteca Borghi di Lucera da comunale in statale, per l'esenzione «delle storiche contrade di Siena dall'imposta sul reddito delle società». Proposte di legge per istituire la «Giornata nazionale del rifiuto della povertà», per disciplinare la professione di «autista soccorritore», quella di «antropologo esistenziale» e per un regolamento «dello spettacolo dal vivo». Dulcis in fundo, c'è anche chi, eletto dal popolo in sua rappresentanza, ha proposto una legge che designi il burattino Pinocchio, noto bugiardo, marchio ufficiale del Made in Italy.

Un campionario che sembrerebbe tratto dal repertorio della satira da cabaret. Tutto vero invece: l'ho cavato da un articolo de Il Duemila dell'onorevole Raffaele Costa il quale, notoriamente, nel denunciare privilegi e bischerate del Palazzo non sbaglia un colpo.
Paolo Granzotto

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