A ntonietta Di Martino ha dato lidea a tutte: sul suo sito svolazza una farfalla. In volo verso Pechino. Lei e le altre. Quelle che potranno, Vezzali e Filippi, Pellegrini e Bastianelli, il gruppo delle pallavoliste e quello delle ginnaste dellartistica. E quelle che dovranno attendere: le campionesse degli sport invernali o le donne del softball, campionesse dEuropa daccordo, ma bocciate nella conquista del pass olimpico. Le ragazze dItalia sono come farfalle, svolazzano di fiore in fiore, di gara in gara, di conquista in conquista, fragili allapparenza, ma capaci di non perdere mai la rotta. Ci hanno insegnato che lItalia delle donne è forte, concreta, capace di migliorarsi sempre. Denise Karbon ce lha ricordato anche ieri. La donna italiana spesso è un misto di bellezza estetica e forza interiore, unisce grazia e grinta.
Si dirà: non capita solo a noi. Non capita solo da noi. Vero, però le nostre donne, più di tante altre, partono con lhandicap. Il primo è quello del praticare sport in questo paese: si fa di tutto e di più per provocare difficoltà, ridurne gli spazi, tagliare i fondi. Il secondo è quello di essere donna che fa sport: molto più facile dirlo che esserlo. I maschietti hanno sempre la precedenza, talvolta la prevalenza, spesso la condiscendenza (soprattutto in mancanza di risultati) che le ragazze non trovano. Nellanno appena passato, lItalia rosa ha insegnato tanto a quella dei maschi, non ha vinto di più ma ha tenuto testa. E in che modo! Battendo (seppur per qualche ora) un primato mondiale nel nuoto (Pellegrini), scavalcando una leggenda come la Simeoni (Di Martino), diventando la donna più vincente del fioretto mondiale (Vezzali). Tanto per citare.
Le donne hanno insegnato ai maschi ad arrampicarsi per le scale, mentre quelli vogliono sempre lascensore. Hanno dimostrato che non cè pratica in cui non sanno esser competitive: Stefania Bianchini è una campionessa della boxe, come Simona Galassi. E insieme tengono in piedi uno sport che in Italia sta scomparendo. Marta Bastianelli ha fatto dimenticare le nefandezze del ciclismo maschile. Le gigantiste dello sci e le ragazze della scherma hanno nascosto le debolezze degli uomini. Le donne italiane conoscono assolutamente il valore delle sofferenze fisiche o morali.
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