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Farinas: "Se muoio l'Italia condanni Cuba"

Il dissidente cubano è in sciopero della fame dal 24 febbraio per ottenere la liberazione di 26 detenuti politici con problemi di salute dalle carceri di Castro

Farinas: "Se muoio 
l'Italia condanni Cuba"

«Ho ricevuto sostegno del governo italiano e vorrei che continuasse a essere così anche nel caso della mia morte»: lo afferma l'oppositore cubano Guillermo Farinas, in sciopero della fame e della sete dal 24 febbraio, il quale sottolinea che Roma segue «con molto rispetto» le vicende della dissidenza dell'Avana.
«Il governo italiano dovrebbe condannare la morte di Orlando Zapata (il dissidente morto il 23 febbraio dopo uno sciopero della fame di due mesi e mezzo, ndr.) e la situazione in cui si trovano i prigionieri politici, indipendentemente da quella che è la posizione politica dell'Unione europea», ha d'altra parte detto Farinas in una conversazione telefonica dall'ospedale della città di Santa Clara dove si trova ricoverato da qualche giorno.
«L'Ue ha già fatto quel che doveva fare, ha condannato ed esige» dalle autorità cubane «anche di più di quanto esigo io. Quel che m'interessa è che non venga tradita la memoria di Zapata né i prigionieri politici», ha sottolineato, ricordando quanto sia importante che l'Europa «non si faccia abbindolare dai "canti di sirena"» provenienti dall'Avana, «come è invece successo in passato sotto la guida della Spagna. I tiranni che vengono imbacuccati - ha precisato - finiscono poi per sentirsi più sanguinari».
«Sono a favore del dialogo tra l'Ue e il governo di Cuba, a condizione che vengano rispettati i diritti umani», ha concluso Farinas, sottolineando di essere contrario «alla sospensione della "posizione comune"», che dal 1996 vincola i rapporti bilaterali tra gli stati membri Ue e Cuba al rispetto dei diritti umani e delle libertà politiche nell'isola: «Sarebbe un modo di dare ossigeno all'Avana.

Quel che bisogna fare è invece condannare e isolare il governo cubano».

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