Non ci saranno conseguenze penali per i medici che al reparto di ostetricia del Buzzi hanno utilizzato il farmaco Methotrexate (Mtx) per provocare laborto. In questo reparto, tra la primavera e l'estate scorsa, 53 donne hanno abortito, in day hospital, evitando l'intervento chirurgico, grazie a quel medicinale, che in Italia è indicato soltanto per la cura di alcuni tumori, per lartrite psorisiaca e lartrite reumatoide.
Il gip Enrico Manzi da una parte ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dal pm, e dallaltra ha però rinviato il caso allautorità amministrativa che dovrà «adottare tutti i provvedimenti di tipo autoritativo e disciplinare per impedire la prosecuzione della pratica e per sanzionare le violazioni della legge». Per il gip infatti «appare assolutamente censurabile luso disinvolto effettuato nell'ospedale Buzzi, senza nemmeno una richiesta del parere al Comitato etico di una pratica medica che - secondo lo stesso consulente del pm - presenta vari effetti collaterali. Ci si chiede - scrive il gip - quali reali informazioni siano state fornite alle pazienti e in base a quale giustificazione si sia avviata una sperimentazione con luso di un farmaco considerato in declino dalla stessa letteratura medica».
Secondo gli esperti gli studi clinici sul Mtx in associazione con le Prostaglandine (altro farmaco che provoca laborto) «sono pochi e scarsi». Dallanalisi della documentazione clinica fornita dagli Icp è emerso che su 53 casi di interruzioni di gravidanza, 1 mancava dellattestazione della volontà della paziente e 28 dellindicazione dei motivi dellurgenza della interruzione. Mentre in 27 casi non era possibile stabilire se lespulsione dellembrione fosse avvenuta in ospedale. In merito a questo profilo «la procedura del ricovero in day hospital in tre giornate distinte non appare contrastante con le disposizioni della legge». Questo perché «i ricoveri in day hospital in giorni distinti, purché accompagnati da una serie di prescrizioni e di avvertimenti, costituisce una forma moderna di cura ospedaliera».
Il caso degli aborti farmacologici al Buzzi esplose a luglio. Il Presidente della Regione, Roberto Formigoni, sostenne che al Buzzi si configurava una violazione della legge sull'interruzione volontaria di gravidanza. Il ministro della Salute, Livia Turco, inviò gli ispettori dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) per unindagine esplorativa e infine ai primi di agosto il direttore degli Icp Francesco Beretta presentò un esposto alla procura.
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