Farmaci, bisturi e soldi: ecco l’ospedale segreto dei cinesi di Milano

Non poteva ovviamente mancare il Viagra nella «farmacia» del «medico» cinese, smascherato dai ghisa, dopo l’irruzione nella sua «clinica» di via Bramante. Scoprendo anche come l’asiatico, pur se clandestino in Italia, avesse fatto carriera: appena un paio di anni prima era solo erborista. E come tale smascherato e denunciato.
Le comunità cinesi sono universalmente note per la loro chiusura ermetica al mondo esterno, preferendo regolare tutto al loro interno. Dalla medicina all’ordine pubblico, ogni questione viene risolta rigorosamente (e abusivamente) negli stretti confini di Chinatown. Negli ultimi due anni però la sola polizia locale ha effettuato 55 interventi tra laboratori clandestini, improvvisate cliniche per aborti, farmacie abusive, centrali della contraffazione, attività estorsive, bische, centri massaggi a luci rosse. Come puntualizza il vice sindaco e assessore alla sicurezza Riccardo De Corato.
L’ultima incursione in via Bramante, la strada che porta nel cuore di Chinatown. Dieci agenti del nucleo Centro della polizia locale agenti sono saliti ieri mattina nel bilocale di uno stabile di ringhiera dove hanno trovato, più o meno testualmente: «Un paziente con una rudimentale flebo nel braccio, assistito da un’infermiera cinese. Mentre un’altra connazionale era in attesa della visita del medico».
Più che altro un’azienda a conduzione famigliare perché il medico, clandestino di 37 anni, era cognato dell’altrettanto clandestina assistente, una donna di 45 anni. Nell’appartamento sono stati sequestrati circa 2.500 confezioni di farmaci con scritte in cinese, tra antibiotici, antiallergici, antidolorifici, scatole di Viagra, un ricettario, circa trecento aghi, siringhe, disinfettanti, fetoscopi, strumenti per misurare la pressione e flebo. E denaro per 5000 euro e 2.500 yuan, la valuta cinese: il costo di ogni visita si aggirava infatti dai 20 ai 50 euro. Evidentemente pagabili anche con il controvalore in yuan. Nel bilocale, anche due letti a castello, utilizzati per i periodi di degenza dei pazienti.
Mentre sono subito iniziati gli accertamenti per individuare il proprietario dell’appartamento, che ora rischia la confisca, un’altra verifica ha permesso di verificare come il «dottore» fosse una vecchia conoscenza dei vigili. Nel 2008 infatti l’avevano scoperto in un appartamento, subito sequestrato, di via Giordano Bruno, trasformato in erboristeria. Sempre rigorosamente abusiva.
«Un’ulteriore dimostrazione di come la polizia locale stia esercitando un’importante azione per la sicurezza dei cittadini ha aggiunto De Corato -. Ma il sindaco ha recentemente emanato un’ordinanza per migliorare ulteriormente il controllo del quartiere.

Che regolamenta, in particolare, gli orari di chiusura di alcuni esercizi, centri massaggi, phone center, Internet point, che finora hanno goduto di totale deregulation, celando spesso attività illecite come prostituzione o dormitori clandestini».

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