Farmaci e terapie

Allergie primaverili: le tipologie, come capire se si è allergici e le cure

Stiamo entrando nel periodo delle allergie stagionali: ecco quanti italiani ne soffrono e quali sono le contromisure da adottare per limitarne gli effetti nei soggetti predisposti

Allergie di primavera: le tipologie, come capire se si è allergici e le cure
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La bella stagione è iniziata, le giornate si allungano, il clima è sempre più mite e si ha il desiderio di trascorrere tante ore all'aperto ma bisogna fare anche i conti con le allergie di primavera. Sono milioni gli italiani (una persona su tre) che per alcune settimane, se non mesi, devono fare i conti con naso chiuso, sternuti, occhi rossi e la sintomatologia classica che in alcuni casi richiede vere e proprie cure.

Le tipologie di allergie

Iniziamo con il dire che la causa scatenante sono i pollini di varie tipologie di piante e alberi: si tratta di particelle a contenuto proteico grazie alle quali la vegetazione si riproduce. Tra le allergie più comuni ci sono quelle alle graminacee di cui fanno parte "la gramigna dei prati, il grano, l’avena, il granturco, la segale, l’erba bambagiona, la cannarecchia, l’erba codolina e l’erba mazzolina", spiegano gli esperti di InSalute. L'elenco è lungo, tra le principali e più diffuse esiste

  • l'allergia alla parietaria, un tipo di pianta selvatica che si sviluppa anche sui bordi delle strade rilasciando una enorme quantità di pollini a volte anche ben oltre la stagione estiva;
  • quella alle astracee che, a differenza delle precedenti, scatenano reazioni allergiche anche con una piccola quantità di polline;
  • l'allergia alle betullacee che prende il nome dalle betulle molto diffusi sul nostro Paese la cui impollinazione dura generalmente da marzo a maggio;
  • quella alle oleacee, ossia della famiglia degli olivi (da metà aprile a giugno) e quella alle cupressacee i cui pollini derivano dai cipressi.

Come si manifestano

Per capire se il nostro organismo è predisposto si possono effettuare specifiche analisi del sangue per misurare la concentrazione di anticorpi delle IgE che consente di scoprire potenziali allergie tra cui, naturalmente, anche quelle ai pollini.

I principali sintomi variano dall'infiammazione che interessa le mucose di naso e bocca alla congestione nasale con fastidiose sinusiti. Spesso compaiono anche congiuntiviti e arrossamento degli occhi con prurito e lacrimazioni mentre sulla pelle si può andare incontro a orticaria e dermatiti: per la maggior parte delle persone che ne soffre, non si tratta di patologie gravi ma fastidiose perché possono perdurare per settimane fin quando quella tipologia di polline non sarà diminuita o scomparsa del tutto. A volte le allergie si manifestano anche con tosse secca, difficoltà di respirare e disturbi del sonno notturno: nei casi più gravi si può andare incontro ad asma e shock anafilattico.

Le cure

Per alleviare i fastidi legati ai pollini si possono mettere in atto tutta una serie di pratiche per limitarne gli effetti: dall'uso delle mascherine quando si sta all'aria aperta a shampoo quotidiani per eliminare i residui di polline dai capelli ed evitare di uscire nelle giornate più ventose. Per quanto riguarda le cure, invece, si possono usare colliri per togliere gli arrossamenti agli occhi, spray nasali e antistaminici (se prescritti dal medico). Esiste anche l’immunoterapia specifica nota anche come "vaccino per l'allergia" ed è un trattamento approvato dall’Oms e l’unico in grado di far guarire dell’allergia ai pollini.

"Impatto allergie maggiore"

"La prima ondata di pollini, quelli cosiddetti prestagionali, capeggiati dal cipresso, si è già presentata nella seconda metà di gennaio. Tra qualche settimana verrà sostituito da un turnover di pollini più tipici della stagione primaverile, partendo da quelli della parietaria, poi delle graminacee e dell'ulivo", ha spiegato ad AdnKronos Salute Mauro Minelli, coordinatore per il Sud Italia della Fondazione per la medicina personalizzata. Dopo un paio d'anni con le mascherine a causa del Covid e la fine della pandemia, il trend delle allergie è in crescita anche perché il nostro organismo si è in qualche modo disabituato: in ogni caso, l'esperto spiega che già nel 2006 l'incidenza delle allergopatie respiratorie era prevista in aumento del "5% ogni 5 anni.

Dati, questi, che non possono essere sottostimati e che inevitabilmente portano a correlare l'esponenziale incremento di tali patologie all'influenza, rispetto a una base di suscettibilità genetica, di una serie di fattori predisponenti, quali inquinamento dell'atmosfera, una presenza massiva di allergeni e perfino l'eccesso d'igiene".

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