Cos'è la "ruminazione mentale": quando il pensare troppo può trasformarsi in depressione

Rimuginare troppo sui ricordi e le situazioni negative non fa bene alla salute del nostro cervello: ecco cosa dimostra lo studio americano sulle adolescenti e come poter invertire il processo che può sfociare in patologie quali ansia e depressione

Cos'è la "ruminazione mentale": quando il pensare troppo può trasformarsi in depressione
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Capita spesso, a tutti noi, di rimuginare sulle vicende negative che accadono nel corso della vita: dalla fine di una relazione a un fallimento lavorativo ma anche sui rapporti d'amicizia quando avvengono episodi che lasciano il segno, può essere complicato smettere di pensare a cosa è successo e perché. Purtroppo, però, le persone che rimuginano troppo possono incorrere in problemi negativi per la salute mentale con un maggiore sviluppo di stati d'ansia e addirittura depressione specialmente nelle donne.

Lo studio

Un gruppo di ricerca guidato dal Centro per la Mente e il Cervello dell'Università della California ha scoperto che le ragazze adolescenti che hanno una maggiore tendenza a "ruminare" mentalmente una certa tipologia di accadimenti mostrano un'attività cerebrale diversa di fronte al rifiuto sociale. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Developmental Cognitive Neuroscience dal titolo Associazioni tra ruminazione e risposte neurali al rifiuto sociale nelle ragazze adolescenti dove 116 ragazze di età compresa tra 16 e 19 anni hanno preso parte a due compiti per misurare come il loro cervello rispondesse al rifiuto sociale.

Durante la prima visita, alle giovani partecipanti sono state mostrate le foto di 60 adolescenti coetanei chiedendo loro di selezionarne 30 con cui avrebbero voluto interagire: nella seconda visita, le partecipanti sono state sottoposte a una risonanza magnetica funzionale che misurava e mappava l'attività del cervello (fMRI) mentre veniva detto chi dei ragazzi avrebbe voluto interagire con loro e chi no.

I risultati

Alle ragazze è stato chiesto che sensazioni provassero specialmente dopo il rifiuto a prima vista: i dati sono stati raccolti dal 2012 al 2014 e analizzati nel 2023 quando i ricercatori hanno applicato nuovi metodi di test. Ebbene, le risonanze magnetiche hanno mostrato "che il rifiuto aumenta l’attività nelle parti del cervello che sono note per svolgere un ruolo nel modo in cui definiamo chi siamo", ha spiegato Amanda Guyer, direttrice associata del Center for Mind and Brain e professoressa di ecologia umana all'Università della California. Queste aree del cervello risultano tutte attive con un aumento del flusso sanguigno e dell'attività elettrica quando pensiamo a noi stessi, ai nostri stati emotivi e quando recuperiamo i nostri ricordi.

Nel momento in cui un'adolescente si è vista rifiutata da un coetaneo, ecco che il rifiuto si è manifestato nelle scansioni cerebrali a vari livelli per ogni ragazza. Tuttavia, le ragazze che hanno riferito di avere una tendenza a ruminare hanno mostrato l’attività più elevata nelle loro scansioni cerebrali. "I nostri risultati suggeriscono che le ragazze che tendono a rimuginare sperimentano qualcosa di più di una semplice tristezza momentanea dopo il rifiuto", ha detto la Guyer. "Stanno profondamente interiorizzando questo feedback negativo nel loro concetto di sé".

Come modificare la ruminazione mentale

I risultati ottenuti dagli scienziati mostrano alcuni "processi unici" che si innescano nel cervello dopo il rifiuto per le ragazze che hanno un’elevata predisposizione a rimuginare.

"Questa conoscenza rende possibile individuare interventi mirati in grado di trattare la ruminazione in modo che non causi problemi più grandi in seguito", ha sottolineato la ricercatrice ricordando che tutti sperimentano il rifiuto "ma non tutti lo sperimentano allo stesso modo". Identificando quali processi cerebrali causano differenze nella tendenza a ruminare "possiamo fornire alle persone modi migliori per evitare danni a lungo termine".

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