Tumore al seno, prevenzione, diagnosi precoce e nuovi macchinari: come cambiano le cure

I macchinari a disposizione oggi riescono a diagnosticare forme tumorali quando sono ancora in stadio precocissimo: così si possono trattare in maniera meno invasiva e può non esserci necessità di chemioterapia

Tumore al seno, prevenzione, diagnosi precoce e nuovi macchinari: come cambiano le cure
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Tumore al seno. Una patologia che fa ancora paura, ma che la medicina moderna sta affrontando mettendo in campo modelli di cura sempre nuovi, che prevedono macchinari in grado di effettuare diagnosi accurate, capaci di individuare la lesione cancerosa quando si trova in una fase molto precoce. In questo modo, come spiegato dagli esperti, è possibile intervenire in modo lieve, senza modificare troppo l'estetica del seno e sottoporre la paziente a trattamenti pesanti.

L'importanza della prevenzione

Ancora una volta, è la prevenzione a giocare un ruolo chiave. Stando a quanto riferito da Airc, il tumore della mammella è la neoplasia più frequente nel nostro Paese. Costituisce infatti il 30,3% dei tumori che colpiscono le donne, mentre rappresenta il 14,6% dei tumori diagnosticati in Italia. E se da qualche anno il numero delle diagnosi è aumentato - anche, purtroppo, fra le donne più giovani - dall'altro la mortalità è in diminuzione.

Una diagnosi precoce, possibile solo grazie alla prevenzione, è il primo passo per sconfiggere la malattia. Ottenere una diagnosi precoce è possibile solo grazie allo screening mammografico. "In particolare, la diagnosi precoce si ha quando una paziente asintomatica, cioè una donna che non percepisce nulla di strano nel suo seno, va a fare un esame di prevenzione e solo dalle immagini mammografiche (e poi, eventualmente, da quelle ecografiche) si rileva un tumore che ancora non dà segno clinico di sé", ha spiegato la dottoressa senologa Elisa Vicini in un'intervista concessa a Vanity Fair. "In linea generale, per poter trovare tumori ancora piccoli o in fase molto precoce, bisognerebbe sottoporsi a una mammografia ogni anno a partire dai 40 anni. Dai 35, invece, il suggerimento è di almeno una visita senologica con successiva ecografia".

Se preso in tempo, il tumore al seno è curabile nel 90% dei casi.

Le neoplasie in situ

La diagnosi precoce è fondamentale perché, come affermato dalla dott.ssa Vicini, "permette di diagnosticare le forme pre-tumorali, quelle che noi chiamiamo neoplasie in situ. In altre parole, non trova noduli ma calcificazioni, qualcosa di strano: trova uno stadio iniziale del tumore che non è ancora in grado di generare metastasi, al momento è localizzato nel seno e va trattato solo localmente".

Molte donne aderiscono allo screening in autonomia, rivolgendosi al sistema sanitario nazionale o a strutture private. Alcune, al contrario, evitano di sottoporsi agli esami, temendo la possibilità di una diagnosi. "Questa è un'attitudine nei confronti della vita personale che tentiamo di modificare attraverso l'informazione", ha dichiarato la senologa. "Incoraggiamo l'adesione ai programmi di prevenzione specificando che una diagnosi precoce spesso porta con sé un trattamento sia chirurgico sia medico molto più lieve rispetto a una diagnosi tardiva: nel primo caso, la paziente si sottopone a un piccolo intervento in day hospital che non modifica l'estetica del seno se non in maniera irrisoria; e può anche non esserci la necessità di terapie mediche o di chemioterapia", ha aggiunto. La mammografia andrebbe effettuata almeno ogni due anni. "Ogni anno, ovviamente, rende la diagnosi ancora più precoce, ed è quello che noi consigliamo".

I macchinari superperformanti

La diagnosi precoce può contare oggi su apparecchiature sempre più accurate e super performanti. Quest'estate, durante il congresso dei radiologi italiani svoltosi a Milano, è stato presentato un nuovo mammografo realizzato da Fujifilm Healthcare e in grado di sfruttare l'intelligenza artificiale. Questo nuovo macchinario, che mette la figura della donna al primo posto, è stato pensato per ridurre il dolore dovuto alla compressione della mammella durante l'esame. L'intelligenza artificiale, inoltre, suggerisce al tecnico quanta compressione applicare in base alle caratteristiche del seno.

"Le nuove macchine che stiamo utilizzando ci permettono di fare diagnosi sempre più precise", ha dichiarato la dottoressa Anna Russo, radiologa dell'IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona). "Alla mammografia 2D si sono aggiunte delle evoluzioni tecnologiche rappresentate in primo luogo dalla tomosintesi, che è una mammografia pseudo-tridimensionale che consente di vedere la mammella divisa in fettine da un millimetro, così da ottenere immagini più specifiche. Si fa diagnosi di lesioni molto piccole, in fase molto iniziale. Altra evoluzione è la mammografia con mezzo di contrasto".

Questi nuovi macchinari costituiscono un importante vantaggio per la paziente. Parliamo infatti di diagnosi più precise, e più puntuali. "Possiamo vedere lesioni mammarie in fasi molto iniziali, che con la mammografia classica potevamo perdere", ha concluso la dottoressa.

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