L'intestino è formato da un complesso di organi che fanno parte dell'apparato digerente e garantiscono i processi digestivi di tutti gli alimenti che ingeriamo e che producono il corretto metabolismo. Nel dettaglio, si trova nell'ultimo tratto gastrointestinale che lo colloca tra stomaco e ano: la descrizione è fondamentale per capire la sua funzione (digestione) e l'assorbimento dei nutrienti che, come detto, derivano dai pasti mentre i materiali che non servono vengono eliminati con le feci.
Cos'è il tumore all'intestino
Diviso in tenue e crasso, si parla di tumore quando si sviluppano cellule maligne nell'area finale del tubo digerente chiamato anche colon o nel retto: spesso, infatti, è molto frequente che ci si riferisca al tumore colon-retto. Più rare, infatti, le problematiche che riguardano l'intestino tenue. Come spiega l'Istituto Humanitas, nella maggior parte dei casi i tumori all'intestino sono sporadici quando non se ne conoscono le cause, altre volte derivano da infiammazioni croniche come la rettocolite ulcerosa e il morbo di Crohn. In un caso su quattro, invece, questo cancro ha origini da predisposizioni familiari: chi ha parenti che lo hanno sviluppato può incorrere, con il passare degli anni, in rischi più elevati. L'alimentazione è un aspetto fondamentale perché coloro i quali hanno una dieta con molti grassi rispetto a chi si nutre di fibre ha più possibilità di contrarre questo tumore.
Quali sono i sintomi
L'Airc (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) spiega che i sintomi possono essere molto variabili e dipendono dall'esatta sede del tumore e dalla sua grandezza. Infatti, inizialmente si rischia di confonderli con altre malattie addominali e dello stesso intestino: nella maggior parte dei casi si va da stanchezza e mancanza di appetito a problematiche più gravi come il sangue nelle feci, perdita di peso e anemia. Anche la stitichezza, alternata a diarrea, potrebbe indicare un tumore allo stadio iniziale.
Come fare prevenzione
Come accennato prima, chi sa di far parte dei soggetti a rischio, perché con predisposizione familiare, può rivolgersi al proprio medico per studiare la strategia più adatta, così da essere monitorato magari con analisi genetiche. Una corretta alimentazione e abitudini di vita sane possono diminuire notevolmente le possibilità di sviluppare questo tumore: mangiare frutta e verdura, una dieta con molte fibre ed evitare di rimanere in sovrappeso. Il nostro Paese ha un programma di screening per la diagnosi precoce del tumore del colon-retto che varia a seconda delle Regioni: chi segue questi programmi, logicamente, può bloccare la malattia nello stadio iniziale grazie alla colonscopia che consente di rimuovere tempestivamente eventuali polipi e piccoli tumori. Un'altra soluzione può essere la visita biennale con la rettosigmoidoscopia, da "effettuarsi una sola volta tra i 58 e i 60 anni e da ripetere eventualmente ogni 10 anni", fa sapere l'Airc.
Quali sono le cure
Le vie di intervento sono quasi sempre chirurgiche con l'asportazione dell'area interessata dal cancro che molto spesso può essere risolutiva. Successivamente si segue una terapia per evitare che possano formarsi nuovamente le cellule maligne e interessare altre aree limitrofe come il fegato: se dovesse essere in fase avanzata, invece, si ricorre a radio e chemioterapia. Come abbiamo visto sul ilGiornale.it, sono in fase di sviluppo nuovi farmaci che possono agire anche senza l'aiuto della chemio, come il trattamento con il Dostarlimab che ha dato ottime risposte in un gruppo ancora, però, ristretto di pazienti.
Quelli già esistenti vanno usati in combinazione con altre terapie e si tratta delle fluoropirimidine, l’oxaliplatino, l’irinotecan e la trifluridina/tipiracil. Esiste, infine, anche l’immunoterapia con gli inibitori dei checkpoint immunitari che hanno mostrato una buona efficacia nella lotta a questa forma di tumore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.