Farmaci mirati per la cura dei tumori al colon retto

Un killer silenzioso. Così viene definito il cancro del colon retto. Oggi al terzo posto nel mondo per incidenza fra tutte le neoplasie e al secondo posto in Europa con oltre 370mila casi all’anno, 200mila dei quali con esito fatale. Più di 38mila gli Italiani colpiti ogni anno da questo tumore, con circa 15mila decessi. Numeri che non sembrano ridursi per incidenza, ma che al contrario sono invece in calo nella mortalità, grazie ad una informazione più adeguata, una diagnosi più precoce e un miglioramento nelle terapie. Un quarto dei pazienti però, arriva ancora alla diagnosi quando il tumore è già in metastasi. Quali possibilità di cura in questi casi?
Il trattamento oggi mira alla personalizzazione e propone soluzioni con farmaci a bersaglio molecolare, come gli anticorpi monoclonali anti-Egfr, in associazione con la chemioterapia. E l’identificazione di biomarcatori in grado di predire i benefici delle cure. Uno di questi è il gene K-Ras, che nella forma non mutata è presente nel 65 per cento dei pazienti con tumore al colon retto metastatico. «Per la prima volta possiamo identificare, con l’analisi del biomarcatore K-Ras, quei pazienti che potranno ricevere in prima linea un potenziale beneficio dalla terapia», afferma Fortunato Ciardiello, professore ordinario di oncologia medica della seconda università di Napoli, in occasione del «World Congress on gastrointestinal cancer», concluso da poco a Barcellona (oltre 3500 partecipanti). Fà da esempio l’impiego di una molecola, cetuximab, anticorpo monoclonale anti-Egfr che di recente ha ottenuto dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) la rimborsabilità come trattamento di prima linea, nei pazienti colpiti da tumore metastatico del colon retto, caratterizzati dal gene K-Ras non mutato, in associazione con la chemioterapia standard.
Il farmaco oncologico di Merck Serono, è stato approvato, per questa indicazione, dall’Agenzia europea dei medicinali (Emea) nel luglio 2008 (e raccomandato dal National Institute for Clinical Excellence Nice), sulla base dei risultati dello studio in fase III Crystal e dello studio in fase II Opus.

Il primo, pubblicato di recente sul New England Journal of Medicine, ha dimostrato che i pazienti colpiti da tumore metastatico del colon retto, caratterizzato dal gene K-Ras non mutato trattati con il farmaco in aggiunta alla chemioterapia, hanno beneficiato di un significativo incremento della percentuale di risposta (riduzione del tumore) fino al 59 per cento e di una diminuzione del 32 per cento, del rischio di progressione della malattia, se confrontati con il gruppo di pazienti in cura con la sola chemioterapia. Il meccanismo d’azione di cetuximab permette di ridurre la massa tumorale.

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