«In casa cè il mio amico che sta male! Voglio entrare, ma non ho le chiavi. Per questo ho chiesto alla vicina di farmi passare dalla finestra di casa sua...». Lui, un quarantenne genovese, si spiega così con gli agenti della Volante, accorsi dopo la chiamata al 113 della donna, la vicina di casa, sessantenne, che aveva negato lingresso e, come dire?, anche il passaggio volante dal balcone. Sarà per lorario (il primo mattino), sarà anche per la richiesta «acrobatica», ma sarà soprattutto per quellafrore di stampo alcolico emanato dallo strano tipo, insomma: i poliziotti vogliono vederci chiaro. E allora aprono di forza luscio dellabitazione, entrano, ispezionano, ma non trovano traccia dellamico che sta male. In compenso, trovano in bella mostra, sul tavolo della cucina, le chiavi che il quarantenne amante del liquido che «scalda il cuore e annebbia la mente» deve avere in qualche modo dimenticato. E sì, perché quelluomo, tanto preoccupato della sorte dellamico, in realtà è da tempo ospite di quella casa, in via Armirotti a Sampierdarena, che divide con il legittimo proprietario, un panettiere. Il quale, nel frattempo, se ne sta tranquillamente affaccendato in negozio a confezionare michette.
Ci vogliono pochi minuti, agli agenti della questura genovese, per annodare i fili della vicenda: lui, il quarantenne, è tornato barcollando da una notte brava a suon di nettare di Bacco, si è accorto daver scordato le chiavi e, di fronte al diniego della vicina, prima ha tentato di volare dalla finestra, poi ha fatto volare la fantasia, non trovando di meglio che inventarsi la storiella dellamico infermo. Risultato? Una denuncia a suo carico per procurato allarme. E un caffè doppio per smaltire la sbornia.Per farsi aprire, sinventa che in casa cè lamico infermo
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