Per farsi bello Blair spendeva più di Cherie

I suoi ospiti, le spese, i viaggi, i privilegi della moglie. Persino il gatto dell'ex premier Tony Blair è stato oggetto dell'interesse del Freedom of Information Act. Sparito misteriosamente nel 1997, Humphrey, il felino di casa Blair, non era stato soppresso come in molti pensavano, bensì «ricollocato in un ambiente più adatto» di Downing Street. Una caduta di stile per Tony Blair che sull’immagine ha costruito gran parte dei suoi successi. Un'elaborata strategia del consenso che non ha escluso alcun espediente pur di allargare la base elettorale, compresa la «partecipazione» ad una puntata dei Simpsons, che il suo consigliere Alastair Campbell riteneva «indispensabile per rafforzare l'immagine della Gran Bretagna negli Stati Uniti».
Sempre pronto a negare di tingersi i capelli, Blair non ha però mai fatto mistero di «curarsi» con particolare attenzione, spendendo, negli anni in cui era al governo, quasi tremila euro in cosmetici. Per piacersi e piacere, anche a tutte le celebrità che lo andavano a trovare nella residenza di campagna: da Sir Trevor Brooking a Elton John, da Richard Branson a David Beckham a Mick Jagger. I loro nomi sono stati annotati così come i quasi due milioni di euro spesi in vacanze all'estero dal 2002 al 2006. Lussi esclusivi riservati anche alla moglie Cherie, la prima First Lady ad avere auto ed autista per uso personale.

Non manca però anche qualche ombra sul suo mandato. Una per tutte, la troppa vicinanza con i milionari Kerry Packer e Philip Anschutz, proprietari di casinò, proprio nelle settimane in cui il governo deliberava in materia di gioco d'azzardo.

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