da Milano
Cè traffico davanti al semaforo del Ppe, il Partito popolare europeo di cui in tanti si fanno interpreti, portavoci e anche un po vigili urbani. Entrano i socialisti riformisti del Pdl, guidati da Stefania Craxi e accolti dal segretario generale del Partito popolare europeo, Antonio Lopez-Isturiz, a Milano per dare il suo benvenuto alla pattuglia di craxiani. Le polemiche su Ciarrapico e Mussolini nel Pdl non lo scompongono più di tanto. «Forza Italia e Silvio Berlusconi sono il nostro riferimento politico in Italia» spiega Lopez-Isturiz fuggendo le provocazioni. In collegamento telefonico, Berlusconi va oltre: «Il Popolo della libertà è lespressione politica italiana del Ppe, la casa dei moderati e dei riformisti. Lispirazione cristiana è chiara ma non totalizzante».
Il luogo del dibattito è il convegno «I riformisti craxiani e il Partito popolare europeo». Sul palco dei relatori anche il vicepresidente della Commissione europea, Franco Frattini, che parla di strumentalizzazione elettorale da parte degli avversari politici: «Non si può usare lEuropa per polemiche di basso livello. Il Pdl è assolutamente sulla lunghezza donda e in linea con i valori del popolarismo europeo, che sono libertà e democrazia e che non hanno niente a che fare con il fascismo».
Tocca al segretario del Ppe, e tra gli inquilini con permesso di soggiorno nel Ppe Lopez-Isturiz annovera «Fi, lUdc di Casini e lUdeur di Mastella» oltre che appunto i nuovi arrivati. Spiega: «Siamo felici che il nome di Bettino Craxi stia accanto a quello del Ppe. Voglio ricordare una sua frase che mi sta a cuore e che dice: la mia libertà equivale alla mia vita». Quanto al Pdl nel Partito popolare europeo è una questione del futuro, per ora «è un movimento elettorale e vedremo come andrà». Parole in sintonia con quelle del presidente del Ppe, Wilfred Martens, che in unintervista al Corriere della Sera si è detto convinto che ci sia «troppo rumore» e che la vicenda Ciarrapico e Mussolini nel Pdl «non sono il caso del giorno».
In tanto movimentismo, i craxiani del Ppe esordiscono con un attacco allInternazionale socialista lanciato proprio da Stefania Craxi, figlia delluomo che ne è stato vicepresidente per quindici anni. Anche se da sinistra suo fratello Bobo parla di «film dellorrore e roba da neurodeliri», lei assicura che non cè nessuna contraddizione tra le scelte del passato e le nuove vie delloggi: «Stiamo dalla parte della libertà e il Ppe la mette in cima. Non è solo linternazionale democristiana ma di tutti i liberali e riformisti. Linternazionale socialista, invece, non è più quella che era un tempo, è imbottita di partiti comunisti che hanno solo cambiato nome».
Insiste sul concetto il vicecoordinatore di Forza Italia, Fabrizio Cicchitto: «Quando operò Craxi, ladesione allInternazionale socialista del Psi era un fatto positivo perché implicava il superamento della fase frontista e stalinista e perché allora lInternazionale era chiaramente riformista e anticomunista. Oggi è diventata lorganizzazione dei post-comunisti». E anche il cattolico azzurro Mario Mauro parla di «Internazionale di ex comunisti». A dare il benvenuto ai craxiani nel Ppe il presidente della Regione Lombardia e capolista del Pdl al Senato, Roberto Formigoni. Li chiama «amici», omaggio al vecchio appellativo dc ancora di gran moda e contrappone il Pdl, costola italiana del Ppe, al «minestrone indistinto del Pd».
Nella polemica sullortodossia dei popolari europei, cavalcata dallUdc, entra direttamente anche Alessandra Mussolini, segretaria di Azione sociale.
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