«Fate l’Iit, ma è tutto da rifare»

Indietro non si torna, ma l’istituto italiano di tecnologie va corretto. Così il ministro dell’Università e Ricerca, Fabio Mussi, ieri in visita a Genova, sulla creazione dell'Iit a Morego. Mussi ha espresso apprezzamento per la nascente struttura, ma ha sottolineato la necessità di correggere per strada qualche difetto di progettazione e qualche criticità: «Il progetto non si ferma e anzi dobbiamo accelerare i tempi, ma ci sono difetti di progettazione e ingenuità da correggere». Per esempio: «Il problema del rapporto dell’Iit col resto dell’istruzione superiore e della ricerca deve essere risolto meglio». Tra le altre criticità, che «vengono segnalate anche dai dirigenti dello stesso Iit, si sente una certa impronta del Tesoro. Se fosse stato coinvolto di più il ministero dell’Università a livello di ideazione originaria, qualche difetto sarebbe stato evitato». «All’inizio l’Iit era stato presentato come un Mit italiano, tuttavia bisogna ricordare - ha osservato - che il Mit è un’università, non è semplicemente un laboratorio». Tra le correzioni auspicate dal ministro c’è infatti anche «una maggiore presenza di ricercatori e di dottorati». «I finanziamenti all’Istituto ci sono stati e ci sono - ha concluso - mi sembrerebbe un errore perdere un’opportunità anche perché la robotica umanoide ha una serie di campi collegati che sono assolutamente interessanti per la nostra eccellenza tecnologica».
Mussi è tornato poi sulla polemica degli embrioni congelati: «Non è nel programma del Governo portare la questione in Parlamento. Io mi sono limitato a fare una cosa che mi sembra sensata che è quella di togliere il veto italiano alla ricerca in Europa».

Durissima la reazione del rappresentante degli studenti nel consiglio di amministrazione dell’Università Paolo Nessi: «Il ritiro della firma al veto sulle cellule staminali è stato un atto lesivo della sovranità popolare, visto che c’è stato un referendum, e scorretto dal punto di vista etico e politico».

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