L’appuntamento è a «casa Letizia». Non la sede dell’associazione che il sindaco ha aperto qualche settimana fa in via Montebello come un trampolino per la rincandidatura, ma il suo appartamento, a pochi passi da corso Vittorio Emanuele. Già ribattezzato una «piccola Arcore», visto che spesso e volentieri da qualche mese ha l’abitudine di organizzare i vertici politici sul futuro della città tra le pareti di casa. Alle 13 suoneranno alla porta dieci vertici locali del partito (con lei, praticamente una squadra di calcio) per il primo Tavolo di lavoro del Pdl in vista delle comunali del 2011. Una cabina di regia che, assicurano tutti, non vuol commissariare Moratti, ma affiancarla e aiutarla a recuperare appeal tra i milanesi, lanciando una campagna elettorale lunga un anno. Al vertice Guido Podestà, Ignazio La Russa, Luigi Casero, Maurizio Lupi, Massimo Corsaro, Mario Mantovani, Giancarlo Abelli, Giancarlo Serafini, Paolo Romani. E, dulcis in fundo, il governatore Roberto Formigoni, primo faccia a faccia con la Moratti dopo le bordate pre e post-elettorali sul «caso Milano» e il suo impegno diretto in città per compensare le mancanze di Palazzo Marino. Presidente e sindaco si vedranno da soli anche domani, per ipotizzare progetti su cui lavorare insieme.
Ma la colazione rischia di iniziare con un piatto indigesto: il futuro di Ecopass. Proprio a casa del sindaco a dicembre i «colonnelli» del Pdl assicurarono che la deroga a diesel Euro 4 e 5 sarebbe stata tolta a metà anno. Il 30 aprile scade la proroga fissata a quella riunione e votata dalla giunta, di fatto (stando ai patti) dal 3 maggio circa cinquemila auto dovranno pagare 5 euro per entrare in centro. A meno che ora si rimangino la parola, se è noto che Formigoni (allora assente) è contrario al provvedimento nella sua interezza e anche il presidente della Provincia Guido Podestà ammette che «si può discutere sull’abolizione del ticket». Metterà pepe alla discussione anche il tema di un direttore generale per la società Expo.
Il Tavolo Pdl dovrà in pratica fissare le priorità di fine mandato, con un sindaco più impegnato nei prossimi 6-7 e mesi a fare (e far vedere, con una massiccia campagna di comunicazione) quelle «piccole cose» che i milanesi attendono e che hanno un impatto mediatico (e di consenso) più forte della conquista di Expo. Dunque: le parole d’ordine saranno finanziamenti ai consigli di zona ed eventi nelle periferie, sicurezza che passa anche dall’accendere nuove luci nei quartieri, chiudere presto i piccoli lavori di manutenzione - rattoppare le buche e sistemare i marciapiedi - e pianificare in tempo zero con Amsa un piano straordinario di pulizie oltre la circonvallazione della 90-91. Assenti al tavolo il capogruppo o un rappresentante del consiglio comunale: nei giorni scorsi il Pdl milanese aveva avanzato la richiesta ma nè dal coordinatore regionale Podestà nè dal sindaco sono partiti inviti.
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