Egregio direttore, sono un artigiano quarantenne con 14 dipendenti e mai mi sono sentito stanco come adesso. La mia non è una stanchezza fisica ma mentale: qualunque cosa fai non va mai bene; mi sembra di essere il criceto che gira nella ruota, a vuoto. Prendo lavori su tutti i rami della mia attività per evitare di affossarmi su un settore. Firmo contratti «capestro» con tanto di penali e tutto quello che vogliono ma allatto del pagamento... silenzio. E così in tutti i settori.
Passiamo alle banche, penso che nella mia condizione anche Giobbe avrebbe perso la pazienza. Ho un castelletto di anticipo fatture e porto le fatture allo sconto con tutti i timbri dovuti di clienti già consolidati. Occorre lautorizzazione ma nel frattembo ho da pagare degli assegni. Morale della favola: lautorizzazione ancora non arriva e i miei assegni vanno al notaio. Con quei soldi avrei pagato gli assegni e la paga agli operai e invece... niente.
Le giuro, sono in macchina che guido e ho davanti la mia immagine mentre si spara un colpo di pistola alla tempia. Non ce la faccio più. Scusi lo sfogo, ma ahimè credo di non essere lunico.
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